Martedì 9 giugno, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, si è tenuta la presentazione della sezione tematica “Dottorato di Ricerca” della V Indagine annuale ADI.
Nel corso della conferenza, cui ha preso parte l’On. Manuela Ghizzoni, sono stati presentati i risultati delle ricerche realizzate dall’Associazione su: il numero di posti di dottorato banditi, la copertura delle borse di studio, i mutamenti nella tassazione per l’iscrizione e la frequenza dei dottorati di ricerca, livelli di retribuzione e status dei dottorandi. Tali dati sono stati analizzati tenendo sulla base dei trend degli ultimi cinque anni, durante i quali la legislazione in materia ha subito frequenti e significative variazioni.
Bisogna partire dalla consapevolezza della natura ibrida del percorso di dottorato, in cui formazione e pratica della ricerca si intrecciano in modo complesso, e dalla considerazione che il sistema accademico, sempre più privo di risorse e sotto organico, si rivolge ai dottorandi per assicurarsi una determinata parte delle attività accademiche. Si dice che non si dovrebbe fare, ma di fatto si fa. Dinanzi allo sfruttamento del lavoro dei dottorandi allora abbiamo due alternative: reprimere, attraverso sorveglianza e burocrazia; oppure legalizzare una tale situazione trasformando la figura giuridica del dottorando, per il riconoscimento del diritto al reddito, di adeguati standard europei di remunerazione e di maggiori tutele sociali.
Qui la versione completa del comunicato dell’Adi e dell’indagine