Ieri il ministro Giannini ha annunciato alle commissioni Cultura e Affari Sociali in riunione congiunta che il test d’ingresso per l’accesso al corso di laurea in Medicina per l’anno 2015 non sarà eliminato e si terrà a settembre anziché ad aprile come nell’anno passato, un dietrofront totale rispetto agli annunci dell’ultimo anno. Si è deciso di confermare un sistema di accesso ingiusto e inefficace e senza aver mai aperto a una vera discussione pubblica nel Paese.
Forse, il punto decisivo sono state proprio le immediate conseguenze di una messa in discussione del test d’ingresso: rivedere il sistema di numero chiuso, significa ragionare di un aumento cospicuo dei finanziamenti all’Unviersità per adeguare le strutture e gli organici e di unamodifica profonda di sistema di valutazione punitivo, obiettivi evidentemente contrastati da una volontà politica opposta in seno al Governo.
Non solo si mantiene il test, uno strumento che crea esclusione e che ha lasciato spazio a clamorose irregolarità, ma si contribuisce in questo modo ad aggravare la carenza di personale medico nel Sistema Sanitario Nazionale: saranno 22.000 i medici in meno nel 2018, allarmante indizio del ridimensionamento del diritto alla salute e delle prestazione del SSN nel nostro Paese. Dal modello di formazione e di conoscneza che si ha in mente, deriva una precisa visione della società che denunciamo con fermezza.
RETE DELLA CONOSCENZA