Si parla di un doppio aumento entro la fine di quest’anno che andrebbe a interessare anche la tredicesima. Vediamo le cifre.
Più di un’ipotesi conduce all’intento del governo Meloni di introdurre un bonus fino a 150-200 euro o un consistente sconto fiscale per la tredicesima a settembre o ottobre.
Questo bonus potrebbe essere attuato attraverso una nuova delega fiscale o un decreto sul lavoro, con l’obiettivo di aumentare le pensioni e gli stipendi e, a sua volta, fornire un maggiore potere d’acquisto ai cittadini italiani. Tuttavia, resta da vedere chi avrebbe diritto a ricevere il bonus.
Tredicesima ricchissima col nuovo bonus 150-200 euro
Stando alle ultime indiscrezioni, il nuovo bonus, simile a quello di 80 euro introdotto da Renzi, sarà applicato a pensioni e stipendi entro la fine dell’anno.
Questa misura è stata proposta dal premier Meloni per aumentare il consenso in vista delle prossime elezioni europee del 2024. Ci sono diverse ipotesi possibili per l’introduzione di un nuovo bonus per aumentare stipendi e pensioni quest’anno. Un’opzione potrebbe essere quella di implementare un bonus una tantum a dicembre, simile ai due bonus di 200 e 150 euro dati a luglio e novembre 2023.
Un’altra opzione potenziale potrebbe essere quella di modulare il bonus Renzi di 80 euro. Tuttavia, è improbabile che ciò si realizzi a causa della mancanza di risorse economiche necessarie per una misura strutturale, poiché il bonus Renzi viene erogato su base mensile.
Un ulteriore suggerimento per l’attuazione del bonus proposto potrebbe essere quello di ridurre immediatamente le imposte su stipendi e pensioni per la tredicesima, senza aspettare l’anno successivo. La proposta è quella di ridurre la tassazione sul salario aggiuntivo di dicembre fino al 15% e, se verrà accettata, il bonus della tredicesima a dicembre sarà maggiore del previsto.
Recenti notizie suggeriscono che la proposta di bonus una tantum o di detrazione della tredicesima potrebbe non essere applicabile a tutti i lavoratori e pensionati, ma solo a quelli con redditi più bassi, al fine di garantire aumenti salariali e pensionistici. Ricordiamo a chi non lo sapesse, che il bonus una tantum del precedente governo Draghi e il taglio del cuneo fiscale di quest’anno per aumentare gli stipendi si basano entrambi su un criterio di reddito, che garantisce aumenti a chi ha un reddito lordo annuo fino a 35.000 euro. È probabile che il nuovo bonus del governo Meloni segua questo stesso criterio.