L’Osservatorio Climatico Enea ha diffuso il suo report e ha lanciato l’allarme CO2: il Mediterraneo potrebbe soffocare.
La situazione climatica continua a peggiorare nel nostro pianeta, e in occasione della Giornata meteorologica mondiale, celebrata il 23 marzo scorso, il report dell’Osservatorio Climatico Enea ha evidenziato che l’area del Mediterraneo è sempre più a rischio a causa dell’aumento delle emissioni di CO2 e metano.
Dal 2005 l’Osservatorio Climatico Enea effettua misure settimanali riguardanti la concentrazione di CO2 e metano e di altri parametri climatici, e in occasione della Giornata meteorologica mondiale del 23 marzo, ha diffuso il suo Report chiamato “Madonie – Piano Battaglia”, in cui evidenzia una situazione sempre più grave. L’Osservatorio è un’eccellenza nel monitoraggio climatico, per cui i suoi dati sono tristemente veritieri e non ci sono dubbi sulla gravità delle condizioni in cui versa l’area del Mediterraneo che, come dicono gli esperti, potrebbe soffocare.
L’aumento delle emissioni di CO2 e di metano minaccia il Mediterraneo, e i dati mostrano che a partire dagli anni ‘80, ogni decennio è stato più caldo del precedente. Nello specifico, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale è stata superiore di 1,45° superiore al periodo 1850-1900. Quello che fa allarmare gli esperti è la velocità con cui il clima sta cambiando, e la rapidità con cui le concentrazioni di gas serra continuano ad accumularsi, facendo aumentare di conseguenza le temperature sia sulla terra che negli oceani.
Nel corso dell’ultimo decennio ci sono stati molti eventi estremi che hanno avuto impatti molto negativi sulla sicurezza alimentare, sugli sfollamenti e sulla migrazione. Infatti abbiamo avuto ondate di caldo, inondazioni, siccità, incendi e cicloni in rapida successione e di intensità progressivamente maggiore. Il problema sta proprio nelle emissioni di gas serra, che intrappolano l’energia nell’atmosfera e causano lo scatenarsi dei fenomeni devastanti di cui sopra.
Infatti, dalla rivoluzione industriale la concentrazione di CO2 è aumentata del 50% rispetto al passato, e nel 2022 hanno raggiunto quota 417,9 ppm a causa dell’uso di combustibili fossili, della deforestazione e dei cambiamenti nell’uso del suolo. Il problema delle emissioni di CO2 è che circa la metà di esse restano nell’atmosfera, poco più di un quarto viene assorbito dall’oceano e poco meno del 30% dagli ecosistemi terrestri. Quindi, finchè continueranno le emissioni, non c’è scampo e la temperatura globale continuerà a salire.
Fortunatamente, questo non è più un problema di cui non si parla, ma i Governi di tutto il mondo si stanno muovendo per porre rimedio a questa situazione drammatica. Proprio a Settembre si terrà il Summit del Futuro dell’Onu, da cui emergerà il documento “Patto per il futuro”, che conterrà misure concrete per rispondere alle criticità e per rispettare gli impegni internazionali esistenti.
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