L’Osservatorio Climatico Enea ha diffuso il suo report e ha lanciato l’allarme CO2: il Mediterraneo potrebbe soffocare.
![Mediterraneo sta per soffocare](https://linkcoordinamentouniversitario.it/wp-content/uploads/2024/03/Mediterraneo-sta-per-soffocare.jpeg)
La situazione climatica continua a peggiorare nel nostro pianeta, e in occasione della Giornata meteorologica mondiale, celebrata il 23 marzo scorso, il report dell’Osservatorio Climatico Enea ha evidenziato che l’area del Mediterraneo è sempre più a rischio a causa dell’aumento delle emissioni di CO2 e metano.
Il Mediterraneo potrebbe soffocare
Dal 2005 l’Osservatorio Climatico Enea effettua misure settimanali riguardanti la concentrazione di CO2 e metano e di altri parametri climatici, e in occasione della Giornata meteorologica mondiale del 23 marzo, ha diffuso il suo Report chiamato “Madonie – Piano Battaglia”, in cui evidenzia una situazione sempre più grave. L’Osservatorio è un’eccellenza nel monitoraggio climatico, per cui i suoi dati sono tristemente veritieri e non ci sono dubbi sulla gravità delle condizioni in cui versa l’area del Mediterraneo che, come dicono gli esperti, potrebbe soffocare.
L’aumento delle emissioni di CO2 e di metano minaccia il Mediterraneo, e i dati mostrano che a partire dagli anni ‘80, ogni decennio è stato più caldo del precedente. Nello specifico, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale è stata superiore di 1,45° superiore al periodo 1850-1900. Quello che fa allarmare gli esperti è la velocità con cui il clima sta cambiando, e la rapidità con cui le concentrazioni di gas serra continuano ad accumularsi, facendo aumentare di conseguenza le temperature sia sulla terra che negli oceani.
Emissioni preoccupanti
![Emissioni di CO2](https://linkcoordinamentouniversitario.it/wp-content/uploads/2024/03/Emissioni-di-CO2.jpeg)
Nel corso dell’ultimo decennio ci sono stati molti eventi estremi che hanno avuto impatti molto negativi sulla sicurezza alimentare, sugli sfollamenti e sulla migrazione. Infatti abbiamo avuto ondate di caldo, inondazioni, siccità, incendi e cicloni in rapida successione e di intensità progressivamente maggiore. Il problema sta proprio nelle emissioni di gas serra, che intrappolano l’energia nell’atmosfera e causano lo scatenarsi dei fenomeni devastanti di cui sopra.
Infatti, dalla rivoluzione industriale la concentrazione di CO2 è aumentata del 50% rispetto al passato, e nel 2022 hanno raggiunto quota 417,9 ppm a causa dell’uso di combustibili fossili, della deforestazione e dei cambiamenti nell’uso del suolo. Il problema delle emissioni di CO2 è che circa la metà di esse restano nell’atmosfera, poco più di un quarto viene assorbito dall’oceano e poco meno del 30% dagli ecosistemi terrestri. Quindi, finchè continueranno le emissioni, non c’è scampo e la temperatura globale continuerà a salire.
Fortunatamente, questo non è più un problema di cui non si parla, ma i Governi di tutto il mondo si stanno muovendo per porre rimedio a questa situazione drammatica. Proprio a Settembre si terrà il Summit del Futuro dell’Onu, da cui emergerà il documento “Patto per il futuro”, che conterrà misure concrete per rispondere alle criticità e per rispettare gli impegni internazionali esistenti.