Assegno invalidità e riduzione dell’importo: i limiti reddituali a cui fare attenzione

Assegno di invalidità, quali sono gli adempimenti reddituali su cui prestare cautela. Gli elementi da non sottovalutare.

L’Assegno ordinario di invalidità è una prestazione di tipo economico che l’Inps eroga su domanda a favore di quanti abbiano una capacità lavorativa ridotta a un terzo, da infermità fisica o mentale. La condizione mentale deve essere attestata dal certificato di una commissione medica dell’Istituto di previdenza sociale.

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Lavoro e assegno di invalidità, le condizioni reddituali – linkcoordinamentouniversitario.it/

Una volta accertata la prestazione è valida per tre anni e può essere rinnovata per altri tre dopo altra visita medica per accertare la permanenza dello stato di infermità. Dopo il terzo rinnovo consecutivo l’assegnazione dell’assegno diventa definitiva. A differenza di altre misure simili, quali la pensione di inabilità lavorativa (o invalidità civile) l’Assegno ordinario di invalidità consente di lavorare, seppur a certe condizioni.

Assegno ordinario di invalidità: a cosa fare attenzione

Come accennato, con l’Assegno di invalidità è possibile continuare a svolgere un’attività lavorativa purché non vengano superati alcuni limiti reddituali. Infatti, secondo la legge, è compatibile con redditi lordo annuo da lavoro fino a 4 volte il trattamento minimo dell’INPS, pari nel 2024 a 2.395 euro. In caso sia superiore, si applica una riduzione cioè una trattenuta lavorativa che però non può diminuire l’assegno sotto la soglia del trattamento minimo INPS.

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Assegno ordinario invalidità e lavoro – linkcoordinamentouniversitario.it

Nel caso il lavoratore che fruisce dell’Assegno di invalidità sia un dipendente, è il datore di lavoro a detrarre la trattenuta direttamente in busta paga, versandola poi all’INPS. Se invece si tratta di un lavoratore autonomo è lo stesso che periodicamente deve comunicare all’Istituto di previdenza sociale la dichiarazione reddituale con la conferma dei requisiti dell’Assegno di invalidità.

Oltre il limite delle 4 volte il trattamento minimo INPS c’è dunque una serie di trattenute sull’importo erogato. Nel dettaglio, tra 4 e 5 volte, si applica un taglio del 25%; oltre 5 volte, la riduzione è pari al 50%. Se l’assegno ridotto è comunque superiore al trattamento minimo INPS, è applicata anche una decurtazione della parte eccedente la quota del trattamento minimo (con assegno determinato con meno di 40 anni di contributi).

In questo caso, con lavoro dipendente, la quota è del 50% con trattenuta giornaliera, mentre con lavoro autonomo la quota è del 30% con trattenuta mensile. Quindi queste sono le quote a cui prestare attenzione in caso di redditi da lavoro e assegno ordinario di invalidità.

Da sottolineare che i lavoratori autonomi sono tenuti a comunicare i loro redditi direttamente all’INPS, come accennato. Le comunicazioni devono essere a consuntivo e a preventivo per effettuare correttamente le trattenute delle quote di assegno.

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