Tra le usanze dell’Antica Roma ce ne sono alcune davvero assurde, come quello che facevano dopo un combattimento, guarda qui.
La vita nell’Antica Roma affascina da sempre sia gli studiosi di storia che la popolazione in generale, e ci si chiede cosa ci fosse nella vita quotidiana di questo popolo che ha conquistato tutto il mondo antico. Alcuni usi e costumi non hanno nulla di strano, mentre altri sono decisamente singolari, come questo: ecco cosa facevano i romani dopo un combattimento, è da far venire la nausea.
Usanze dell’Antica Roma
I romani sono uno dei grandi popoli della storia, e durante il loro dominio l’intero mondo antico era assoggettato a loro. Oltre a studiare le vicende politiche e le strategie militari che hanno portato l’Antica Roma a essere quello che era, gli storici si sono concentrati parecchio anche a scandagliare la vita privata e quotidiana dei romani, per capire come vivevano, cosa facevano e quali erano le loro abitudini. Per esempio, sappiamo che erano soliti mangiare semi-sdraiati e che Giulio Cesare si depilava. Sappiamo che molte delle decisioni più importanti si prendevano nelle terme, e che il divorzio esisteva già.
Il mondo antico ha sempre un grande fascino, soprattutto a distanza di tanto tempo, quando si crede che alcune cose siano moderne e invece risalgono a tempi antichissimi. Per tutte le cose per cui i romani sono famosi, spicca sicuramente l’arte della lotta, e nello specifico dei combattimenti per sport. Non a caso, il Colosseo, che è il simbolo stesso di Roma, è stato costruito proprio per questo scopo, e l’intero spettacolo era fatto di tanti piccoli e grandi gesti, che sono arrivati fino a noi per raccontarci una storia fatta di mille sfaccettature.
Un’abitudine nauseante
I combattimenti tra i gladiatori erano uno spettacolo graditissimo, ma quello che succedeva dopo una lotta è una di quelle abitudini singolari che al giorno d’oggi fanno strabuzzare gli occhi, e anche rivoltare un pò lo stomaco. Infatti, dopo un combattimento tra gladiatori, si raccoglieva il sangue e si beveva. Il motivo è che si pensava che il sangue dei gladiatori, eroi e grandi combattenti, avesse proprietà curative e portasse con sé la forza del gladiatore a cui apparteneva. In particolar modo, ad essere (letteralmente) assetati del sangue dei gladiatori erano i malati di epilessia e le persone sterili.
Per raccogliere il sangue del gladiatore deceduto, si dissanguava il corpo quando era ancora caldo, e poi il sangue si vendeva agli spettatori. A dare evidenza di questa usanza sono diverse fonti storiche, e a quanto si sa, la pratica di raccolta e vendita del sangue rimase attiva fino alla proibizione dei combattimenti dei gladiatori, nel 400 d.C. Inoltre, una credenza popolare diceva di immergere un pezzo di stoffa nel sangue di un guerriero, bruciarlo e poi mescolare le ceneri al vino per curare l’epilessia.