Tutti i ristoranti usano dei trucchi per farci spendere di più di cui nemmeno ci accorgiamo: ecco i più comuni, non cascarci più.
L’obiettivo principale di un ristoratore, così come quello di un commesso di un negozio qualsiasi, è quello di massimizzare la spesa del cliente. Per farci spendere di più ogni settore ha le proprie tecniche, e ci sono dei trucchetti che i ristoranti usano per far lievitare il conto, ecco i più comuni.
Che ogni commerciante debba massimizzare i propri introiti non è certo un segreto, né tantomeno un aspetto negativo, perchè è il suo lavoro ed è giusto che provi a ricavare quanto più possibile. Questo vale per i negozi di abbigliamento, dove i commessi suggeriscono sempre abbinamenti e alternative, per le profumerie, dove le addette alla vendita consigliano un prodotto più costoso anche se meno valido, e anche per i supermercati, che subito prima della cassa espongono i prodotti a basso prezzo di cui i bambini vanno matti.
Ogni categoria ha i propri trucchi per massimizzare i guadagni, e se questi appena elencati sono molto evidenti e ormai ben noti, quando ci si sposta al ristorante spesso non ci si rende conto di alcune tattiche che vengono messe in atto per farci spendere di più. Complice la nostra rilassatezza, la conversazione con gli altri commensali, e il fatto che il pranzo o la cena fuori sono spesso un momento di svago, non capita di rado che il conto si alzi senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Ecco quali sono i 3 trucchi più comuni che i ristoranti usano per farci spendere di più.
I ristoratori, oltre a proporre le pietanze del giorno e suggerire sempre caffè, amaro e dolce, a portare bottiglie d’acqua quando il tavolo rimane scoperto e cestini di pane anche se non vengono richiesti, attuano sul menù tre strategie che, sebbene appaiano innocue, hanno il loro effetto sul conto finale. La prima riguarda il simbolo dell’euro posizionato accanto al prezzo dei piatti. Evitare di stamparlo sul menù attiva un processo mentale con cui il consumatore si allontana dalla percezione di spesa, e ci farà meno caso. Il simbolo dell’euro infatti pone l’attenzione più sul prezzo che sulla pietanza, quindi non metterlo fa passare il prezzo in secondo piano.
La seconda strategia è di tipo narrativo, e riguarda la descrizione dei piatti. In poche parole questa deve descrivere il piatto in modo dettagliato, curato e accattivante, in modo che il cliente sia portato a non guardare neanche il prezzo, travolto dalla voglia di assaggiare quel piatto. Alcuni studi dimostrano che le descrizioni fatte bene fanno aumentare del 27% lo scontrino! Infine, la terza strategia è la cosiddetta “tecnica dell’ancora”, e riguarda la carta dei vini: mettere le bottiglie di vino in ordine di prezzo decrescente fa ancorare la mente del cliente sul primo prezzo, stabilizzandola su un prezzo elevato. Questo fa sì che i vini successivi sembrino molto più economici anche se non lo sono.
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