Superbonus per il lavoro: il decreto del governo è pronto a delineare i criteri e le modalità per l’assegnazione del maxi incentivo, definendo chi potrà beneficiarne.
Dopo il successo del Superbonus nel settore edilizio, il governo italiano sta preparando il terreno per un’altra svolta rivoluzionaria, questa volta nel mondo del lavoro. Si tratta di un’iniziativa ambiziosa volta a stimolare l’occupazione e ad incentivare le imprese ad assumere nuovo personale. La proposta prevede l’introduzione di una deduzione del costo del lavoro che potrebbe raggiungere fino al 120%, con un ulteriore aumento fino al 130% per specifiche categorie di lavoratori, come giovani, donne e beneficiari del reddito di cittadinanza.
La deduzione proposta si inserisce in un quadro di misure più ampio che sarà presentato al Consiglio dei Ministri, solennemente pianificato per il 30 aprile, proprio in vista della celebrazione della festa dei lavoratori. Secondo quanto anticipato, questa deduzione sarà vincolata ad alcune condizioni fondamentali. Ad esempio, i soggetti interessati potranno usufruirne solo se dimostreranno di aver svolto effettivamente un’attività nei 365 giorni precedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023 (o 366 giorni se si include il 29 febbraio 2024).
Inoltre, l’assunzione deve portare ad un aumento effettivo del numero di dipendenti a tempo indeterminato nell’azienda, con il numero al termine del periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023 che deve superare la media dei dipendenti a tempo indeterminato occupati nel periodo d’imposta precedente.
L’impatto iniziale di questa proposta sembra già evidente, considerando l’aumento significativo di lavoratori permanenti registrato a febbraio dall’Istat (+142mila). Si prevede che maggiore sarà il numero di assunzioni nel corso del 2024, maggiore sarà l’incentivo ottenuto dalle imprese.
Questo nuovo incentivo al lavoro sostituirà il vecchio Superbonus edilizio e sarà esteso a una vasta gamma di soggetti, tra cui società di capitali, enti non commerciali, società di persone, imprese individuali e professionisti autonomi. Ma è importante notare che vi sono delle esclusioni, come i titolari privi di reddito d’impresa e le società o enti in situazioni di crisi aziendale.
Oltre all’incentivo principale, la bozza in discussione comprende il ritorno dell’aliquota agevolata al 10% sui premi di produttività fino a 3mila euro e un bonus tredicesima fino a 100 euro per i lavoratori dipendenti con determinati requisiti reddituali e familiari. È da sottolineare che queste misure saranno valide solo per il 2024, data la limitatezza delle risorse disponibili.
Si prevede che questo decreto darà un forte impulso all’occupazione, con un significativo stanziamento di fondi provenienti dalla programmazione 2021-2027 per sostenere il lavoro, le politiche sociali e le imprese, dimostrando un impegno concreto per il benessere economico e sociale del Paese.
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