Paolo Ruffini è un attore nostrano molto stimato e conosciuto. Negli ultimi tempi ha fatto una confessione importante. Ecco cosa ha detto di preciso.
Qualche mese è uscito nelle sale Rido perché ti amo, un film scritto, diretto e interpretato da Paolo Ruffini. Si tratta di una commedia leggera in cui due fidanzati che si conoscono fin da bambini entrano in crisi dopo più di 20 anni dall’inizio della loro relazione. Ma cosa manca allo sceneggiatore livornese?
Paolo Ruffini ha mosso i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo con alcuni spot pubblicitari e comparendo nel film di Paolo Virzì: Ovosodo. Nel 2002 ha vinto il concorso Cercasi VJ di Mtv. In seguito, ha preso parte al talk show demenziale Bla Bla Bla con Lillo & Greg. Ma di cosa ha bisogno?
Paolo Ruffini coglie al volo l’occasione
L’interprete è perfettamente in grado di bilanciare impegni cinematografici e quelli nel mondo del sociale verso il quale ha sempre mostrato grande sensibilità e attenzione.
Qualche giorno fa, per esempio, ha pubblicato sulla sua pagina Instagram seguita da quasi 600 mila persone la terza intervista da lui realizzata per il progetto: Da Grande in cui ha raccontato le vicende di ragazzi, ragazze, uomini e donne che hanno la SMA, cioè l’atrofia muscolare spinale.
Si è da poco conclusa con successo l’esperienza di Paolo Ruffini al Festival di Paideia, una manifestazione dedicata alla disabilità infantile. Accanto a lui c’erano anche colleghi come Piero Chiambretti, Sara Saraceno, Enrica Tesio e altri.
L’attore ha fatto un intervento molto forte dichiarando, in questa occasione, che la disabilità è ancora qualcosa di pauroso, poiché in un modo apparentemente perfetto non si sa come maneggiarla.
Il presentatore ha aggiunto che la disabilità è qualcosa di disturbante e per questo ci convinciamo che sia distante da noi. Ha anche ricordato che negli anni ’70 chi era Down entrava in manicomio per non uscire più.
Il produttore teatrale ha parlato anche della sua esperienza nello spettacolo Up&Down dove ha recitato con 5 attori con la Sindrome di Down e uno autistico, presi dalla compagnia Mayor Von Frinzius.
Proprio sulle persone con la Sindrome di Down ha affermato: “Hanno una confidenza con la felicità che a me spesso manca“. Quando sta con loro proclama di sentirsi meglio, di accorgersi di cose di cui normalmente non si accorge. Questo è un altro volto dello scrittore de La Sindrome di Up, che non può non piacere a tutti i suoi numerosissimi fan.