Sono in moltissimi a credere che uno specchio rotto porti sfortuna: ecco a cosa è dovuta questa superstizione così diffusa
Guardarsi in uno specchio rotto o addirittura rompere uno specchio sono considerati da sempre due eventi che portano male, in grado di attirare sulle persone addirittura sette anni di sfortuna.
Oltre ad essere antichissima, questa superstizione è diffusa in moltissime culture, segno che, in qualche modo, un fondo di “verità” ci debba essere. Per coloro che non credono a questo genere di cose la spiegazione è molto semplice: un tempo gli specchi erano fatti interamente di metallo e lucidati fino a diventare superfici riflettenti.
Naturalmente specchi di questo genere costavano moltissimo, così come costavano molto anche tutti gli specchi prodotti successivamente. Poi gli specchi divennero più economici e più facili da produrre, grazie a una tecnica innovativa che permetteva di applicare una sottile sfoglia metallica sul retro di una lastra di vetro.
Questo significa che nell’antichità gli specchi erano oggetti tanto costosi, perché erano fabbricati con materiali pregiati da artigiani super specializzati che conoscevano tecniche complesse. Comprare uno specchio era quindi uno sforzo economico importante e gli specchi erano considerati oggetti di grande lusso, che solo i più ricchi potevano permettersi.
Rompere uno specchio significava quindi distruggere una piccola fortuna, “mandare in rovina” chi lo aveva acquistato, costringendolo a “risparmiare per sette anni” prima di poterne comprare un altro. Oltre a questa teoria così razionale, però, ce ne sono altre che tengono in considerazione la magia degli specchi.
Gli specchi sono “magici” perciò romperli porta sfortuna
Nel corso di tutta l’antichità tutte le superfici riflettenti, compresa la semplice acqua, erano ritenute magiche per diversi motivi. Innanzitutto erano in grado di “duplicare” la realtà creando una “realtà alternativa” a quella concreta.
In secondo luogo si pensava che attraverso gli specchi si potessero compiere divinazioni o che addirittura fosse possibile vedere luoghi, oggetti e persone lontanissime, un po’ come facciamo oggi con i moderni smartphone. Ai tempi dei Romani, per esempio, c’era la convinzione che gli imperatori potessero vedere cosa accadeva nelle più remote provincie dell’Impero attraverso l’uso di specchi magici e di sacerdoti specializzati in questo genere di divinazione.
Quindi, poiché gli specchi erano considerati oggetti molto potenti, romperli poteva significare mettersi contro le oscure forze magiche che conferivano agli specchi i loro grandi poteri. Anche da questo, quindi, può essere nata la superstizione secondo cui lo specchio rotto porta sfortuna.