Finalmente sappiamo quali sono i pensieri che si fanno nel momento prima di morire. Ecco quali sono: non ci crederete mai
Per quanto quello con la morte sia l’incontro che vorremmo tutti fare al più tardi possibile, di fatto questo inevitabile passaggio desta da sempre curiosità nell’uomo. Come avverrà, quando si paleserà e soprattutto cosa proveremo nel momento esatto in cui verremo strappati alla vita sono domande che ogni persona si è fatta, almeno una volta. Oggi proviamo a rispondere all’ultima.
Sebbene sia impossibile prevedere quando ogni persona incontrerà la morte e soprattutto come avverrà, di fatto è invece possibile provare a tastare i sentimenti e i pensieri che pervadono la mente e il cuore nel momento esattamente che precede l’abbandono della vita. Gli scienziati, quindi, hanno voluto provare a capirne di più affidandosi a racconti, aneddoti e studi sugli animali: ecco cosa ne è uscito fuori.
Cosa si prova prima di morire: ecco la risposta
Secondo quanto ha riferito Julia Nicholson, un’ex amministratore delegato, alla rivista americana Newsweek, la sua esperienza di premorte è consistita nel vedere i visi dei suoi cari. Nel 1980, infatti, ha subito un incidente automobilistico quasi fatale: dal momento in cui è stata caricata sull’ambulanza fino a quello in cui è giunta in ospedale non ha sentito nulla, ma ha solo visto i visi delle persone a cui voleva bene.
Gli scienziati dell’Università di Louisville, coordinati dal neurochirurgo Ajmal Zemmar, hanno provato ad eseguire un encefalogramma del cervello di un uomo proprio pochi istanti prima della sua morte. L’esame ha misurato 900 secondi di attività cerebrale sia prima che dopo il momento dell’abbandono della vita e gli studiosi, sulla base di ciò, hanno pubblicato un documento ufficiale su Frontiers in Aging Neuroscience nel 2022.
Il documento riferisce che, nei 15 secondi precedenti l’infarto, l’attività cerebrale dell’uomo ha rivelato un picco della banda gamma, che interagiva soprattutto con le onde alfa. Si tratta del processo del richiamo della memoria nei soggetti sani e, secondo gli studiosi, in punto di morte può essere letto come un ultimo richiamo della vita, un ricordo degli eventi più importanti vissuti.
Uno studio sui ratti, inoltre, ha confermato che in punto di morte il cervello induce sentimenti di euforia e di calma e, per questo motivo, rilascia importanti flussi di serotonine: in questo modo, riduce il dolore e regala uno stato di serenità. Questo, però, si riferisce agli studi sugli animali e, per capire se avviene anche nell’uomo, è necessario attendere ricerche ulteriori.