Quali sono le differenze tra il riscatto della laurea ordinario e quello agevolato? Ecco le info per approfittare di questa agevolazione.
Per i laureati c’è la possibilità di riscattare gli anni di studio, un servizio che rappresenta un’interessante opportunità per anticipare la pensione e aumentare l’assegno pensionistico.
Tuttavia, la scelta tra il riscatto ordinario e quello agevolato richiede una valutazione attenta delle rispettive condizioni e dei costi associati a ciascuna opzione. Vediamo di capirne di più.
Riscatto ordinario o agevolato: tutte le info
Il riscatto degli anni di studio universitario, come anticipato, può avvenire secondo due modalità: quella ordinaria (o tradizionale), e quella agevolata, più recente, introdotta nel 2019, che, in poche parole, consente di ottenere risparmi superiori al 70%. Si tratta di un servizio che permette di “valorizzare” il periodo del corso di studi in termini di contributi.
La facoltà di riscatto è estesa a tutti coloro che hanno conseguito un titolo di studio universitario, compresi gli attuali inoccupati che non abbiano ancora iniziato l’attività lavorativa. Ma attenzione: i requisiti non comprenderanno gli anni fuori corso, o chi non ha concluso il percorso di studi, dunque non conseguendo la laurea. Inoltre, è possibile riscattare, oltre agli anni della laurea triennale, quelli della specialistica, dei dottorati di ricerca e delle magistrali.
La richiesta può essere effettuata solo in via telematica, ciò significa che bisogna andare sul sito ufficiale dell’Inps, cercare la sezione “Prestazioni e Servizi”, selezionando “Servizi” e cliccando infine su “Riscatti e ricongiunzioni”: sul portale apposito basterà compilare con i dati richiesti. In alternativa, andrà ugualmente bene rivolgersi a enti e intermediari autorizzati.
Ma quel scegliere tra riscatto ordinario e agevolato. Quello agevolato implica il pagamento di un contributo annuo basato sul livello minimo imponibile dell’assicurazione obbligatoria per i lavoratori dipendenti, moltiplicato per l’aliquota delle prestazioni pensionistiche. Per contro, il calcolo del riscatto ordinario è un po’ più complesso e notevolmente più costoso.
Per chi ha cominciato a lavorare prima del 1996, i fattori che saranno presi in considerazione saranno l’età e l’anzianità contributiva, mentre per chi ha iniziato dopo verrà considerata solo l’ultima retribuzione lorda annua imponile, alla quale si applicherà un’aliquota a partire dal 25%.
Il riscatto agevolato, invece, rappresenta una scelta più “comoda”, priva di tutti questi parametri, consentendo agli interessati di versare il contributo secondo regole di calcolo più leggere.
È inoltre fondamentale notare che il riscatto agevolato non introduce una nuova categoria di riscatto di titoli di studio, ma modifica il criterio di calcolo del contributo all’interno del sistema contributivo esistente. In sintesi, possiamo dire che il riscatto ordinario, sia con il calcolo retributivo che contributivo, è obiettivamente più costoso rispetto a quello agevolato.