Smog, 40 milioni di persone hanno diritto ad un risarcimento per aver respirato ‘aria avvelenata’: come funzione e chi può fare richiesta.
Nell’ultimo periodo si è spesso sentito parlare anche in Italia di ‘Ecoansia’. Una forma di disagio diffusa soprattutto fra i più giovani, derivante dalla consapevolezza degli effetti dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sulla Terra e sui suoi abitanti. Un fenomeno acuito ancora di più dai nubifragi, dalle alluvioni, dalle nevicate record e dalle ondate di calore che hanno colpito di recente la nostra Penisola.
Non c’è quindi da stupirsi se il rispetto e la salvaguardia dell’Ambiente siano oggi dei temi di massima rilevanza, così come le conseguenze che lo smog può avere sulla salute degli essere viventi.
Sempre più frequentemente infatti ci si domanda che cosa ne sarà in futuro del Pianeta se non si mettono in atto delle contromisure a livello ambientale. Ed è proprio in questo clima generale che ben 40 milioni di persone possono richiedere un risarcimento per aver respirato ‘aria avvelenata’.
Di pari passo con la diffusione della cosiddetta ‘Ecoansia’, di recente sempre più persone hanno deciso di aderire all’azione collettiva Aria Pulita. Una strategia che mira a ridurre complessivamente l’inquinamento atmosferico in tutta l’Unione Europea.
Risarcimento per smog: chi ne ha diritto e come fare domanda
Secondo Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, il più grande network dedicato ai professionisti della sanità, ultimamente c’è stato un incremento “del 20% dei partecipanti alla causa per le violazioni dei limiti di Pm10 e biossido di Azoto in oltre 3 mila comuni italiani”. A tal proposito, in pochi mesi sono state raccolte decine di migliaia di adesioni.
In particolare, più del 65% arrivano dal Nord Italia, il 20% dal Centro e la restante parte dal Sud. In totale sarebbero, quindi, più di 40 milioni le persone che possono richiedere il risarcimento per smog, proprio tramite l’iniziativa Consulcesi.
“Siamo convinti che l’ampia partecipazione all’azione collettiva Aria Pulita, oltre a riconoscere un risarcimento per il danno subito e accertato dalla stessa Corte di Giustizia Europea – aggiunge Tortorella – servirà a scuotere le coscienze dei decisori politici”. Ma chi può aderire di fatto questa iniziativa legale? Nel concreto possono prendervi parte tutti coloro che hanno risieduto nelle aree dove si sono verificate le violazioni accertate dalla Corte di Giustizia Europea.
Chi vuole aderire deve semplicemente presentare un certificato storico di residenza che dimostri di aver abitato per un periodo di almeno un anno continuativo, compreso fra il 2008 e il 2018, in uno o più dei 3.384 comuni italiani individuati.
Per scoprire se si hanno i requisiti necessari, basta andare sul sito Internet di Consulcesi nella sezione dedicata e cliccare su Scopri se puoi chiederlo. Per avviare la procedura clicca su Chiedi il risarcimento. Si stima che si possa ricevere un indennizzo fino a 99 euro al giorno, moltiplicato per ogni giorno di ciascun anno relativo al periodo di violazione.