I sindacati propongono cambiamenti sostanziali per le paghe e per gli orari di lavoro in alcuni settori dell’industria.
Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, il dibattito pubblico è stato costantemente incentrato sulla necessità di rivedere i modelli lavorativi di tutti i cittadini. Tra gli argomenti di maggior interesse c’è sicuramente quello della riduzione dell’orario lavorativo, un provvedimento che garantirebbe un maggiore equilibrio tra il tempo dedicato a sé stessi e alla famiglia e quello dedicato al lavoro.
Secondo gli esperti, un’eventuale riduzione dell’orario lavorativo avrebbe conseguenze significative sulla qualità della vita di tutti gli individui, che sarebbero quindi più felici e produttivi anche sul posto di lavoro. In alcune zone del mondo, le aziende più all’avanguardia hanno cominciato a sperimentare modelli come la settimana lavorativa di quattro giorni, con risultati promettenti. In Italia non c’è ancora traccia di provvedimenti simili, ma i vari sindacati stanno iniziando una lenta battaglia che si spera possa produrre qualche risultato.
I primi passi verso una vita lavorativa più sostenibile
Nei settori industriali e metalmeccanici, indubbiamente i più pesanti e usuranti per la vita dei lavoratori e delle lavoratrici, le organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm hanno avanzato in questi giorni richieste per miglioramenti significativi nelle condizioni lavorative. Tra i provvedimenti richiesti alle aziende c’è un incremento salariale di 280 euro e, soprattutto, la diminuzione delle ore lavorative a 35 settimane. Tra le proposte per il rinnovo del contratto collettivo che riguarda oltre un milione e mezzo di lavoratori del settore, figura l’incremento dei benefit fiscali esenti fino a 250 euro.
Tale progetto di accordo, messo a punto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm insieme a Federmeccanica e Assistal per il triennio che va dalla metà del 2024 alla metà del 2027, verrà sottoposto al giudizio dei lavoratori tramite un processo di votazione segreta. Il contratto attuale, che scade a fine giugno, coinvolge un vasto numero di lavoratori in migliaia di imprese che contribuiscono in modo significativo all’economia nazionale.
In aggiunta, si propone un bonus di 700 euro per i dipendenti di aziende prive di accordi aziendali specifici, focalizzandosi sul miglioramento complessivo del welfare con la creazione di una piattaforma unica per il settore, che faciliterà la conversione dei bonus di produttività in servizi welfare, con un incremento delle adesioni al fondo pensionistico Cometa. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, si propone di avviare progetti pilota per ridurlo progressivamente, migliorando l’attrattività del settore per le nuove generazioni e riducendo il rischio di infortuni.
Sul fronte della conciliazione tra vita professionale e personale, si suggerisce una maggiore flessibilità nell’uso dei permessi retribuiti e misure aggiuntive per i congedi parentali. Si punta anche a promuovere politiche di parità di genere e a combattere la disparità salariale tra i sessi, oltre a definire norme più precise per l’impiego di contratti a termine.