Il RdC può tornare grazie a una strategia emendativa. Arriva la svolta più attesa per tutti gli italiani: cosa bisogna sapere.
Sono tantissimi gli italiani rimasti delusi dall’abolizione del Reddito di Cittadinanza, sostituito dall’Assegno di Inclusione e dalla Carta spesa per tutti gli italiani. Adesso però il sussidio lanciato dal Movimento Cinque Stelle potrebbe tornare con una strategia emendativa: lo scenario per i prossimi mesi.
Dal prossimo anno il Reddito di Cittadinanza sarà totalmente abolito dall’attuale Governo, in favore di misure di sostegno più sostenibili per le casse dello stato. Infatti è in arrivo per tutti gli italiani l’Assegno di inclusione istituito con il decreto legge 28 del 2023 e la legge di conversione del decreto pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Ovviamente i malumori da parte degli italiani sono tantissimi, con i cittadini che reputano ingiusta la rimozione del Reddito di Cittadinanza.
Eppure sembra proprio che il sussidio possa tornare grazie ad una strategia emendativa. Questo grazie al leader della CGIL Maurizio Landini pronto a cercare degli alleati per promuovere la misura. Il principale candidato sembra essere proprio Giuseppe Conte, ex primo ministro che ha l’obiettivo di formulare una strategia emendativa per reintrodurre una forma di reddito di cittadinanza.
RdC, pronta ad essere reintrodotto: la nuova strategia della CGIL
Il recente incontro tra Landini e Conte è stato descritto come un momento cordiale, durante il quale i due oppositori alla manovra di bilancio hanno discusso di emendamenti. L’obiettivo principale sembra essere la creazione di una nuova politica economica che si basi sulla contrattazione per aumentare salari e pensioni, affrontare la precarietà, riformare il sistema pensionistico e sostenere i settori della sanità e dell’istruzione pubblica.
La proposta sindacale, presentata al Senato con 51 pagine di emendamenti, evidenzia la volontà di ripristinare una forma di reddito di cittadinanza, anche se magari con un nome diverso, eliminando requisiti specifici di accesso e rendendolo più ampio e universale.
Si propone un aumento della soglia di reddito per favorire l’accesso a coloro che risiedono in case in affitto. La Cgil, nel formulare questi emendamenti, sembra cercare di plasmare una politica economica più inclusiva e favorevole ai lavoratori. La proposta sindacale include anche la difesa della quota 103 per le pensioni, senza penalizzazioni né incentivi, e richiede maggiori risorse per i rinnovi contrattuali nel settore pubblico.
Nel contesto della sanità, si concentrano sugli aspetti legati al trattamento del personale. Per quanto riguarda il fisco, invece di un giro di vite sugli extraprofitti, la proposta sindacale istituisce una “Commissione per la Valutazione degli Extra Profitti” con l’obiettivo di valutare annualmente i settori produttivi con extra profitti notevoli e applicare una percentuale di tassazione aggiuntiva.
La proposta sindacale della Cgil sembra delineare una “via maestra” che punta a una politica economica più equa, con particolare attenzione alla protezione dei lavoratori e alla riduzione delle disuguaglianze.