L’abuso dei permessi Legge 104 comporta il licenziamento, ma in alcuni casi il datore di lavoro è tenuto a risarcire il danno al dipendente.
La Legge 104 mette a disposizione diversi permessi lavorativi volti alla cura e l’accudimento dei soggetti disabili. Seppur le regole vigenti siano pienamente a favore del caregiver, può capitare che questo si approfitti di tale beneficio a suo favore. A tal proposito, vi è un diritto dei datori di lavoro, ossia la possibilità di licenziare i dipendenti per giusta causa a patto che dimostrino un abuso di permessi retribuiti con Legge 104.
Questo permette di interrompere il rapporto con il dipendente a causa dell’abuso di diritto e frode lesiva nei confronti del datore di lavoro e dell’INPS per percezione indebita di indennità volte alle cure assistenziali. Tuttavia, regna una certa confusione in merito, visto che le ore di lavoro sotto forma di permessi 104 vengono spesso utilizzate per scopi personali, ma solo in alcuni casi sono illegittime. A tal proposito, è giusto fare una corretta distinzione onde evitare problematiche più serie: il dipendente, infatti, può fare ricorso contro il datore di lavoro.
In una recente sentenza, la n. 311 emessa il 13 ottobre 2023 dalla sezione lavoro del Tribunale di Ascoli Piceno, viene stabilito un importante chiarimento in merito all’abuso dei permessi con legge 104/92. A tal proposito, viene sottolineato quando la condotta del dipendente può ritenersi lecita e quando invece no. Oltre ad un’accurata valutazione del caso, la pronuncia ha fornito nozioni sulle conseguenze a cui può andare in contro un datore di lavoro in caso di errata valutazione.
Da quanto emerso, la sentenza stabilisce che è illegittimo il licenziamento del lavoratore che svolge commissioni personali durante i permessi previsti dalla Legge 104 per assistere un familiare disabile. L’assistenza, appunto, deve essere valutata in maniera flessibile, senza che vengano puntualizzate le ore di lavoro.
L’organizzazione è totalmente a carico del caregiver visto che l’assistenza ad un familiare disabile comporta una riduzione del tempo a disposizione per dedicarsi alle proprie necessità. Se, dunque, il lavoratore si trova ad accompagnare i figli durante l’orario di assistenza, non può in alcun modo essere licenziato, a patto che offra realmente assistenza al disabile nell’arco della giornata. Il discorso cambia se il dipendente viene sorpreso a viaggiare usando le ore di permesso.
Se il lavoratore dimostra che nei giorni di permesso ha realmente assistito il disabile, il licenziamento da parte del datore di lavoro risulta illegittimo e soggetto ad un’indennità risarcitoria. A tal proposito, la sentenza in questione ha stabilito che il datore di lavoro non è obbligato a riassumere il dipendente, ma a fornirgli un’indennità pari a sei mensilità dell’ultima retribuzione percepita dal lavoratore. Questa, nel dettaglio, viene calcolata in base a diversi fattori tra cui la dimensione dell’azienda e l’anzianità di servizio del dipendente.
Il bagno è uno degli ambienti più utilizzati e funzionali della casa, e mantenere un…
Il colosso dell'e-commerce Amazon non sembra perdere un solo colpo: basti pensare che ha registrato…
L'autunno è la stagione perfetta per sperimentare nuovi colori nel trucco, e il rossetto è…
Questi segni zodiacali vivranno un mese ricco di soddisfazioni professionali, con molte opportunità, offrendo loro…
Prima di accedere all'home banking, è fondamentale fare un controllo per evitare di cadere vittima…
La miscela casalinga che aiuta a prevenire che i panni sbiadiscano è una soluzione efficace…