L’intervento dell’Ue sulla manovra potrebbe portare a una revisione della riforma delle pensioni? Vediamo che cosa sta succedendo
Si è parlato molto di pensioni e di come rivoluzionare gli strumenti ad oggi disponibili sia per accedere al trattamento anticipato che al pensionamento ‘classico’. E anche se il governo Meloni non è intervenuto con una vera e propria riforma strutturale delle pensioni, ha comunque indicato nella manovra economica 2024 diverse misure che verranno rinnovate, seppur con modifiche per quanto riguarda i requisiti di accesso, anche per il prossimo anno.
La situazione però è ancora piuttosto malleabile ed il recente intervento dall’Unione Europea sui contenuti della Manovra Finanziaria che l’esecutivo ha presentato all’Europa potrebbe rivoluzionare tutto. Vediamo che cosa sta succedendo.
Il giudizio espresso dall’Unione Europea in merito alle misure che dovrebbero entrare in vigore non è stato infatti pienamente positivo e di apprezzamento. Pur non bocciandola completamente, il quadro emerso dall’analisi dell’Europa è quello di una serie di provvedimenti definiti non pienamente in linea. Una sorta di promozione con diritto di riserva: e questo potrebbe spingere il Governo ad apportare eventuali modifiche ad alcuni interventi legati alla riforma delle pensioni anche perché in caso contrario non è da escludere la possibilità dell’avvio di una procedura di infrazione. Il motivo della mancata promozione ‘piena’ è legato al fatto che, come sottolineato dalla Commissione Ue, il tetto di spesa previsto sulla base di quanto raccomandato dal Consiglio Ue non sia stato pienamente rispettato. Vi sono alcune misure quali il taglio del cuneo fiscale riconfermato per tutto il 2024 e le pensioni in merito alle quale sono stati rivolti dei richiami all’Italia. Da Bruxelles è dunque arrivata la richiesta della possibilità di introdurre eventuali correzioni che vadano a sistemare le voci di spesa e deficit relative alle finanze pubbliche.
Il governo potrebbe dunque pensare di intervenire sulle pensioni introducendo ulteriori modifiche restrittive legate ai sistemi di uscita anticipata. Ape Social, Opzione Donna e Quota 103 potrebbero non essere interessate da tali interventi mentre sono i ricalcoli degli importi della pensione quelli ai quali si potrebbe metter mano. Nella fattispecie gli itnerventi potrebbero riguardare la rivalutazione delle pensioni nel corso del 2024 con l’indice definitivo, quello cioè basato sull’andamento dell’inflazione sull’andamento dei prezzi. Quello del 2023 ad esempio è stato dell’8,1%, aumentato dello 0,8% rispetto al tasso provvisorio di inizio anno del 7,3%. Si ipotizza che quello definitivo del 2024 possa, proprio per evitare una spesa maggiore, restare simile se non uguale a quello temporaneo. Altre possibilità sono l’introduzione di una tassazione una tantum sulle pensioni più alte oppure, anche se il Governo non ha mai espresso intenzione di farlo, di una patrimoniale.
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