Pensione dipendenti pubblici: dalla penalizzazione alle finestre più lunghe, tutte le novità dal 2024

Bruttissime novità sul fronte delle pensioni per migliaia di dipendenti pubblici: assegni più bassi e finestre di uscita più lunghe.

Il 2024 porterà tantissime novità per i pensionati e per chi si appresta ad accedere alla pensione: purtroppo non tutte le novità saranno positive. Migliaia di lavoratori subiranno pesanti tagli sulla pensione.

Tagli sulle pensioni dei dipendenti pubblici
Tagli sulle pensioni dei dipendenti pubblici – Linkcoordinamentouniversitario.it

Il Governo di Giorgia Meloni procede spedito. Cerca di attutire il colpo mettendo sul tavolo diverse deroghe ma non cancella la misura che penalizzerà migliaia di dipendenti pubblici dal 2024 in avanti. Le categorie interessate dai tagli sulle pensioni sono quattro: i sanitari, gli ufficiali giudiziari, gli insegnanti delle scuole materne e primarie parificate e i dipendenti degli enti locali. In totale almeno 732mila lavoratori.

Tagliando sulle pensioni di tali categorie il Governo conta di risparmiare almeno 3 miliardi di euro. Le suddette categorie, però, potrebbero perdere fino a 1.000 euro al mese di pensione. Scioperi e incontri con i sindacati non hanno portato ai risultati sperati: il premier Giorgia Meloni e la sua squadra di Governo non arretrano di un millimetro. Nelle ultime ore, tuttavia, ha fatto capolino una nuova proposta.

Pensioni dipendenti pubblici: cosa cambierà

Tagli pazzeschi a partire dal 2024 sugli assegni previdenziali di alcune categorie di dipendenti pubblici. Non solo: si allungano le finestre di uscita per ricevere la pensione.

Pensione dipendenti pubblici, tagli fino a 1000 euro al mese
Pensione dipendenti pubblici, tagli fino a 1000 euro al mese – Linkcoordinamentouniversitario.it

Il Governo Meloni ha deciso: a partire dal 2024 le pensioni di medici e infermieri, docenti di materne e primarie parificate, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali saranno ricalcolate interamente con il sistema contributivo puro. Non verranno conteggiate le quote retributive. Sono state stimate perdite davvero altissime: anche 1.000 euro al mese per i medici. I tagli non riguarderanno tutti ma solo coloro che hanno iniziato a versare i contributi tra il 1981 e il 1995.

Pensioni più basse e finestre di uscita più lunghe. Nel 2024 dovranno passare 3 mesi tra il raggiungimento dei requisiti per andare in pensione e la ricezione della pensione stessa. Ma i mesi saliranno a 4 nel 2025, 6 nel 2026, 7 nel 2027 e 9 nel 2028. Secondo le prime stime questi slittamenti permetteranno al Governo Meloni di risparmiare almeno 9 miliardi di euro.

Sono state concesse delle deroghe per attutire il colpo. Il Governo ha precisato che non subirà nessun taglio chi raggiungerà i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria o per la pensione anticipata ordinaria entro il 31 dicembre 2023. Nessuna penalizzazione nemmeno per chi andrà in pensione a 67 anni e con almeno 20 anni di contributi nel 2024.

Terza e ultima deroga ma solo per i medici: Quota 46. In pratica se i medici, raggiunti i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata ordinaria, decideranno di restare a lavorare altri 36 mesi, non subiranno alcun taglio sulla pensione. Si può accedere alla pensione anticipata ordinaria dopo 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne: aggiungendo altri 36 mesi anni si arriverebbe a circa 46 anni di lavoro.

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