Quest’anno diverse persone possono smettere di lavorare e andare in pensione. Vediamo chi può farlo e con quali requisiti.
Con il 2024 diversi italiani avranno maturato i requisiti per andare in pensione. Ci sono stati alcuni cambiamenti e alcune deroghe, quindi è bene fare il punto della situazione per vedere se si rispettano ancora i requisiti o meno. Andiamo quindi a vedere cosa prevede la Legge di Bilancio 2024 per le pensioni di quest’anno e quali opzioni sono disponibili in base alla propria situazione.
Per la pensione “tradizionale” non è cambiato molto: i requisiti vogliono ancora 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, che scendono a 41 anni e 10 mesi per le donne. Bisognerà, inoltre, aver raggiunto i 67 anni di età. Su questo non ci sono modifiche rispetto al passato. Ci sono delle deroghe che aiutano, come per esempio uno “sconto” di sei mesi (quindi 66 anni e 7 mesi) per chi svolge lavori difficili e rischiosi, con un requisito contributivo di trent’anni.
Anche nel 2024 tornano le opzioni per la pensione anticipata. La prima di queste è la Quota 103, che permette di andare in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi. La Quota, che torna dagli anni precedenti, ha subito dei cambiamenti drastici, visto che il calcolo della prestazione ora segue il sistema contributivo. L’importo massimo della pensione non potrà quindi eccedere un valore pari a quattro volte il trattamento minimo INPS (ovvero 2.394 euro lordi mensili), contro le cinque volte degli anni precedenti. Inoltre c’è un ritardo nell’avvio della prestazione, che inizia a decorrere dopo sette mesi dalla maturazione dei requisiti per i privati e nove per gli impiegati pubblici (contro i tre e sei dell’anno scorso).
Per le categorie come disoccupati, invalidi al 74%, caregivers e lavoratori in aree rischiose c’è l’opzione dell’ape sociale. Questa ha subito tre cambiamenti rispetto all’anno scorso. Prima di tutto il requisito anagrafico è cambiato di cinque mesi, da 63 anni a 63 e cinque mesi. Sono sempre richiesti 30 anni (36 per i lavoratori in aree rischiose) di contributi. Sono stati inoltre rimossi i requisiti contributivi agevolati per alcune delle categorie che rientrano nell’ape sociale, come quello di 32 anni per edili e ceramisti.
Infine c’è l’opzione donna, accessibile da tutte le lavoratrici di 61 anni (contro i 60 dell’anno scorso) e 35 anni di contributi. Come gli anni precedenti avere figli a carico diminuisce il requisito anagrafico di un anno per figlio (fino a due figli, quindi massimo 59 anni). Quest’anno, inoltre, l’opzione sarà accessibile solo per certe categorie: caregivers, donne con invalidità civile al 74% e superiore e lavoratrici licenziate o dipendenti per imprese in crisi aziendale riconosciuta.
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