Opzione Donna è uno scivolo di pensionamento anticipato sfruttabile dalle caregiver ad alcune condizioni. Vediamo quali.
Per andare in pensione con Opzione Donna la lavoratrice caregiver dovrà presentare una documentazione attestante i requisiti. In particolare dovrà provare che assiste un familiare disabile grave da almeno sei mesi.
Tra per prestazioni pensionistiche anticipate prorogate nel 2024 c’è Opzione Donna. Una misura che si rivolge alle lavoratrici e permette loro di lasciare il mondo del lavoro diversi anni prima rispetto ai 67 anni di età previsti dalla pensione di vecchiaia. Nello specifico si richiede il compimento dei 61 anni alle donne senza figli, dei 60 anni alle lavoratrici con un figlio e dei 59 anni se si hanno due o più figli oppure si è disoccupate/impiegate presso un’azienda in stato di crisi.
Per quanto riguarda il requisito contributivo, invece, il pensionamento è concesso con 35 anni di contributi maturati. La pecca di Opzione Donna è l’obbligo di calcolo contributivo della pensione pur avendo versato contributi prima del 1996. Significa accettare un taglio dell’assegno di importo variabile, tra il 10 e il 30% in base al numero dei contributi maturanti entro il 31 dicembre 1995.
Caregiver: i documenti da presentare per la pensione con Opzione Donna
Tra le categorie che possono accedere ad Opzione Donna troviamo le lavoratrici caregiver da almeno sei mesi. Ricordiamo che per caregiver si intende chi assiste un familiare disabile grave. Tale figura può contare su diversi benefici come i permessi di tre giorni al mese o il congedo straordinario oppure il pensionamento anticipato con Opzione Donna.
Per approfittare di questo vantaggio occorrerà presentare un’autodichiarazione attestante l’adempimento delle condizioni richieste. Parliamo dell’assistenza continuativa per un minimo di sei mesi al coniuge disabile grave oppure a un parente di primo grado convivente, un parente di secondo grado o affine convivente se mancano i genitori o il coniuge del disabile grave o se hanno compiuto 70 anni oppure sono anch’essi invalidi.
Il requisito della convivenza con il familiare assistito è fondamentale per il pensionamento anticipato. Lavoratore e disabile dovranno avere lo stesso indirizzo di residenza da almeno sei mesi per dimostrate la presenza continua e attiva nella vita della persona con disabilità grave. Altra condizione è l’assistenza continuativa. Significa che l’aiuto materiale dovrà essere fornito ogni giorno senza alcun tipo di interruzione significativa.
La lavoratrice dovrà garantire al familiare disabile il supporto con costanza e dedizione. Infine, abbiamo più volte utilizzato l’aggettivo “grave” con riferimento alla disabilità. Solo con uno stato di handicap grave, accertato da una Commissione autorizzata, si potrà accedere ad Opzione Donna.