Con la RITA è possibile andare in pensione anche 5 anni o addirittura 10 anni prima. Ma quante tasse si pagano su questa rendita?
Andare in pensione 5 anni o 10 anni prima è il sogno di molte persone. Con la RITA è possibile ma bisogna fare molta attenzione alla tassazione prevista su questa forma di rendita.
In Italia le tasse sulle pensioni non sono proprio miti. Per questo sempre più persone, raggiunta l’età pensionabile, migrano verso altri lidi dove le pensioni vengono tassate molto meno o non vengono tassate affatto. Il Governo Meloni, inoltre, ha introdotto tutta una serie di penalizzazioni sugli importi degli assegni previdenziali di chi decide di accedere alla pensione con qualche anno di anticipo.
Chi fruisce di Ape sociale, ad esempio non può ricevere né la tredicesima né la quattordicesima e la pensione non può mai superare 1.500 euro al mese. Chi opta per Quota 103, dal prossimo anno, avrà un assegno molto più basso in quanto ricalcolato interamente con il sistema contributivo. Ricalcolo contributivo anche per Opzione donna. Cosa succede, invece, a chi riceve la pensione anticipata con la RITA? L’Agenzia delle Entrate è intervenuta per fare chiarezza sulla questione.
Pensione anticipata con la RITA: ecco quante tasse paghi
Andare in pensione addirittura 10 anni prima rispetto a quanto prevede la legge Fornero è il sogno di tutti e con la RITA è possibile. L’Agenzia delle entrate è recentemente intervenuta per spiegare quante tasse si pagano su questa forma di rendita.
La RITA è una rendita integrativa temporanea anticipata. Non è una vera e propria pensione ma una sorta di “ponte” che aiuta ad arrivare alla pensione coloro che sono rimasti senza un lavoro. Possono chiedere la Rita i disoccupati a cui mancano massimo 5 anni dal raggiungimento dell’età pensionabile. Se però una persona è disoccupata da almeno 24 mesi allora può chiedere la RITA anche 10 anni prima dell’età pensionabile.
Per ottenere la RITA è necessario avere almeno 20 anni di contributi di cui almeno 5 versati in una cassa privata e integrativa. La RITA può essere erogata secondo varie cadenze: annuale, ogni tre mesi oppure ogni mese. Il montante che una persona ha accumulato nel fondo pensione integrativo gli verrà erogato fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Per quanto riguarda le tasse, l’Agenzia delle Entrate non lascia spazio a dubbi. La RITA in Italia è assoggettata alla ritenuta a titolo d’imposta con l’aliquota del 15%. Questa percentuale viene ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di versamenti in forme di previdenza complementari, con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali.
In pratica se una persona ha versato per 16 anni, l’aliquota scenderà al 14,70% e così via: 0,30% in meno per ogni anno dopo il 15esimo. Tuttavia il percettore della RITA può anche decidere di non avvalersi della tassazione sostitutiva. In questo caso la RITA sarà soggetta alla tassazione ordinaria.