Ecco la storia di un papà in congedo che ha trascorso 40 giorni a casa con la moglie e il figlio neonato: “sono un privilegiato”.
Si definisce privilegiato Pietro, un papà che grazie al congedo parentale che la sua azienda gli ha accordato, è riuscito a vivere a casa con sua moglie i primi 40 giorni di vita del suo primogenito. Questo purtroppo non è possibile per tutti i papà, ma sembra che le acque si stiano smuovendo.
La storia di Pietro
Pietro è un brand manager e ha 34 anni. Da poco è diventato papà ed è riuscito a vivere con suo figlio un periodo di tempo che non a tutti viene concesso: 40 giorni subito dopo la sua nascita. Il merito è di un’azienda che sta anticipando i tempi, almeno per il nostro Paese, ed è in grado di valorizzare la paternità tanto quanto la maternità. L’esperienza per Pietro è stata di grande significato, e ha detto che “vivere i primi 40 giorni di vita di mio figlio accanto a lui e mia moglie è stata un’esperienza unica, intensissima, che mi ha consentito di crescere profondamente”.
Ma non solo, Pietro ha alimentato il rapporto con sua moglie e, una volta rientrato a lavoro, ha fatto anche due scatti di carriera. La sua storia è la dimostrazione che un’azienda che sostiene i propri dipendenti sul piano personale, non solo crea un ambiente lavorativo sano e piacevole, ma riesce anche ad aumentare la produzione e la soddisfazione dei piani alti. Questo accade perchè una persona felice lavora meglio, anche se in tanti fanno ancora fatica a capirlo.
Papà in congedo
L’esperienza di Pietro purtroppo non può essere comune a molte persone, perchè se lui ha la fortuna di lavorare per un’azienda mentalmente avanzata, in Italia la situazione del congedo di paternità è ancora precaria. Infatti, ad oggi il congedo parentale permette ai neo-papà di beneficiare di soli 10 giorni di permesso retribuito per la nascita di un figlio. Alle donne invece spettano 5 mesi, un tempo molto più lungo e che dovrebbe spettare anche ai papà.
A differenza di quanto dispone la legislazione italiana però, l’azienda di Pietro, la Novartis, riconosce il congedo parentale facoltativo con una copertura retributiva fino all’80% dello stipendio nei sei mesi di utilizzo (rispetto al 30% previsto dalla normativa in vigore). Inoltre, riconosce anche ai neo-papà 20 settimane con retribuzione piena in caso di nascita di un figlio. Come se tutto questo non bastasse, sono proprio i manager a spingere i futuri papà ad usufruire del congedo, senza timore di avere ripercussioni negative sul lavoro e senza aver paura di dare una brutta impressione.
Suona quasi utopistico tutto questo, ma fortunatamente c’è chi finalmente inizia a ragionare così, e non resta che sperare che altri prendano spunto!