Vi è la possibilità di saldare un debito usando denaro di terze persone o società? Vediamo che cosa prevede la legge e se vi sono dei limiti
Quando si parla del pagamento di un debito con soldi altrui, si può fare riferimento a situazioni di indisponibilità finanziaria di un singolo ma anche di un’impresa o di associazioni e cooperative che decidono di effettuare un rimborso o il saldo di eventuali crediti residui utilizzando i soldi di terze parti, come ad esempio imprese o cooperative con le quali si condividono proprietari, titolari o amministratori.
Sfruttando dunque questo ‘legame’ vengono impiegate le risorse economiche di una parte per andare a saldare i debiti dell’altra parte. Questo è possibile dal punto di vista legale e, soprattutto, che cosa comporta?
Usare soldi altrui per saldare i debiti: attenzione a quello che prevede la legge
Innanzitutto, occorre sottolineare che colui che riceverà l’importo erogato come saldo del debito, ovvero il creditore, non avrà alcun rischio dal punto di vista legale qualora la vicenda dovesse finire davanti ad un giudice. Inviare al creditore un decreto ingiuntivo per richiedere la restituzione degli importi non è legalmente corretto dal momento che colui che ha ricevuto il denaro non era a conoscenza della situazione e si è semplicemente limitato ad incassare le cifre spettanti; questo immaginando che il debitore avesse piena disponibilità degli importi che gli ha corrisposto.
Solo in taluni casi è possibile agire con un’azione revocatoria ovvero con il recupero presso i terzi degli importi dei quali non si poteva disporre impiegati per saldare un debito. Ma questo tipo di azione viene prescritto entro cinque anni ed inoltre va dimostrata con prove concrete la malafede di chi ha ricevuto il denaro. Altrimenti, non sarà possibile agire allo scopo di ottenere la cosiddetta inefficacia di un atto di disposizione patrimoniale.
Nel caso in cui venga accertato un illecito prelievo, sarà solo il soggetto che ha prelevato e usato le somme senza un vero e proprio ‘permesso’ da parte del proprietario di quel denaro, a dover rispondere dell’illecito. Andrà dunque accertato se sia stato commesso un reato da parte degli amministratori che hanno effettuato l’operazione usando somme di proprietà di un’altra persona giuridica. Se confermato, dovranno pertanto risponderne in aula con sanzioni anche molto pesanti in quanto la persona giuridica potrà rivalersi sul debitore per il recupero delle somme illecitamente prelevate.