Può capitare di essere vittime di licenziamenti di massa, dati senza preavviso e magari tramite messaggino su WhatsApp: come difendersi.
La Legge tutela sia i lavoratori che le aziende e se un cittadino pensa di aver subito un’ingiustizia sul lavoro ha tanti mezzi a disposizione per ottenere giustizia. Questo avviene anche in caso di licenziamento “improvviso”.
Purtroppo, con la situazione economica difficile che stiamo vivendo, anche le aziende soffrono e di conseguenza possono arrivare a decisioni estreme, come quella di “mandare a casa” centinaia di lavoratori, tutti insieme, e magari tramite una mera comunicazione sul cellulare.
Licenziamenti senza preavviso, cosa fare? Ecco cosa dice la Legge
Iniziamo subito col dire che le normative vigenti consentono ai datori di lavoro di licenziare “in troco” i dipendenti, anche se ovviamente servono motivazioni valide. Anche il dipendente può andare via dal lavoro senza preavviso, e anche in questo caso ci sono delle leggi da rispettare.
Un licenziamento senza preavviso è possibile quando si verifica una cosiddetta “giusta causa”, ovvero il datore di lavoro può interrompere il rapporto col dipendente in modo improvviso quando accadono fati gravi. Ad esempio, se il lavoratore è stato sorpreso a rubare beni aziendali, o se risulta assente a lungo senza una giustificazione, se presenta un certificato medico falso, o ancora, se utilizza in nodo improprio i permessi previsti dalla Legge 104, e anche se rifiuta un trasferimento.
Infine, il datore di lavoro può licenziare senza preavviso quando vi sono casi accertati di mobbing verso altri lavoratori. È anche vero però che il datore di lavoro deve rispettare alcune norme, previste dallo Statuto dei Lavoratori. Anche se il dipendente ha commesso qualcosa di grave, deve essere avvisato tramite comunicazione scritta.
Poi il lavoratore ha diritto a presentare una risposta – sempre scritta – con le sue motivazioni, in modo da assicurarsi una difesa. Infatti potrebbe accadere che le parti interessate, magari insieme ai sindacati, si incontrino per risolvere la questione. Il lavoratore che è stato licenziato, anche per presunta giusta causa, può comunque fare ricorso, soprattutto se ritiene che i fatti imputati non siano reali, o non così gravi come descritti.
Il Giudice deciderà se eventualmente reintegrare il lavoratore oppure no. Per avviare la procedura di contestazione, il dipendente licenziato dovrà inviare una comunicazione scritta al datore di lavoro, entro 60 giorni da quando ha ricevuto il messaggio/lettera di licenziamento. Entro 180 giorni dall’invio di questa comunicazione dovrà anche depositare il ricorso al Tribunale, ovviamente facendosi assistere da un avvocato.