Arrivare alla pensione è sicuramente un obiettivo di gran parte degli italiani. Eppure in molti rischiano di non vederla mai: cosa succede.
Il futuro delle pensioni non riserva di certo buone notizie. Infatti l’accesso alla pensione anticipata contributiva, vale a dire quella per la quale è necessario raggiungere il 64esimo compleanno, 20 anni di contributi e un assegno almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale, è preclusa per gran parte dei lavoratori, ma le brutte notizie non finiscono di certo qui. Infatti bisogna tenere ben a mente quanto stabilito dalla legge Fornero. Per questo nei prossimi anni ci si potrebbe aspettare persino un aumento dell’età pensionabile per quanto riguarda la pensione di vecchiaia.
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Inoltre potrebbe essere anche più complicato andare in pensione in anticipo. Non è detto che tutti raggiungeremo l’età pensionabile a 67 anni, proprio perché, come abbiamo visto questa soglia potrebbe crescere ulteriormente. La buona notizia è che nel 2025 non sono in programma aumenti dell’età pensionabile, non è detto che questa norma duri a lungo. Già nel biennio post Covid l’effetto della riforma potrebbe sparire. Resta importante capire perché nei prossimi anni rischiamo di andare in pensione più tardi.
Pensione, rischi di non averla più: cosa potrebbe succedere nei prossimi anni
Negli anni a venire, l’età pensionabile subirà ulteriori ritardi come determinato dall’evoluzione della riforma Fornero che prevede l’aggiornamento dei requisiti pensionistici ogni due anni in base all’aumento dell’aspettativa di vita. Questo meccanismo ha portato a un costante aumento dell’età pensionabile di un anno nell’ultimo decennio. L’arrivo della pandemia da Covid-19 ha temporaneamente interrotto questo trend, fermando la crescita dell’aspettativa di vita.
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Dopo un incremento di 5 mesi nel biennio 2019-2020, non sono state registrate ulteriori variazioni negli anni successivi. Fortunatamente non è previsto alcun aumento dell’età pensionabile nel biennio 2025-2026. A partire dal 2027 con il dissolvimento degli effetti della pandemia, è probabile che l’età pensionabile riprenda a salire, aumentando di 2 o 3 mesi ogni due anni, come previsto dall’Istat prima dell’emergenza sanitaria. Se questo trend di crescita dovesse continuare, si stima che intorno al 2060 l’età pensionabile potrebbe arrivare a 70 anni.
Questa eventualità rappresenta una prospettiva negativa soprattutto per coloro che sono nati al termine degli anni ’90, pronti a vedere ancora più lontana la prospettiva di pensione. Oltre all’aumento dell’età pensionabile, un altro problema potrebbe essere rappresentato dall’inflazione. Negli ultimi due anni i salari hanno faticato a tenere il passo con il costo della vita. Questo rende più difficile soddisfare i requisiti economici necessari per accedere a certe opzioni pensionistiche, come la pensione di vecchiaia o quella anticipata a 64 anni per i contributi puri.
L’unica speranza è contenuta nell’ultima Legge di Bilancio, che si propone di facilitare l’accesso alla pensione di vecchiaia. Allo stesso tempo per la pensione anticipata a 64 anni, la soglia di reddito necessaria è stata aumentata da 2,8 a 3 volte l’importo dell’Assegno sociale, rendendo più difficile il soddisfacimento di questo requisito.