Chi lascia il posto di lavoro ha diritto all’indennità di disoccupazione? Ci sono novità sulla Naspi in caso di dimissioni volontarie.
L’INPS ha finalmente chiarito in quali casi è possibile accedere alla Naspi anche a seguito di dimissioni volontarie. La Naspi, o nuova assicurazione sociale per l’impiego, è una prestazione a sostegno del reddito, istituita ufficialmente nel 2015, col Jobs Act, per sostituire l’Aspi e la mini Aspi (che a loro volta avevano preso il posto della vecchia indennità di disoccupazione).
I lavoratori che hanno intenzione di licenziarsi hanno spesso paura di non aver diritto alla Naspi. In via generale, infatti, l’indennità non dovrebbe spettare in caso di dimissioni volontarie. Ma c’è caso e caso, così come chiarisce l’INPS in un suo recente intervento.
Per poter accedere alla indennità di disoccupazione, infatti, lo stato di disoccupazione involontario è uno dei requisiti fondamentali. In base a ciò, se si trova un altro lavoro, anche saltuario, non si può continuare a prendere la Naspi. Inoltre il lavoratore deve sempre perdere l’impiego contro la sua volontà.
Si parla così di Naspi a seguito di licenziamento o fine contratto a tempo determinato. Oppure per dimissioni per giusta causa, dimissioni nel periodo tutelato e altri casi specifici. Il trasferimento da una sede di lavoro a un’altra può essere uno dei motivi principali che spingono un lavoratore a licenziarsi.
I contratti collettivi stabiliscono che il datore di lavoro deve comunicare il trasferimento per iscritto e deve anche motivarlo. Se il trasferimento non è dovuto a ragioni organizzative o produttive, il lavoratore può dunque licenziarsi ottenendo la NASpI.
C’è però anche un altro caso importante: anche se correttamente comunicato e motivato, il trasferimento può essere significativo e traumatico per il lavoratore, e quindi stressante o impossibile. L’INPS rassicura i lavoratori che hanno avuto simili esperienze spiegando che in caso di trasferimento a una sede a più di 50 km di distanza dalla sua attuale residenza, le dimissioni sono considerate dimissioni per giusta causa.
Ecco perché anche in questo caso il lavoratore ha diritto alla NASpI. Tale diritto si estende a lavoratori dipendenti, apprendisti, soci lavoratori di cooperativa e dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni. Ma anche al personale artistico con rapporto di lavoro subordinato. Non hanno invece diritto al trattamento i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.
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