L’intelligenza artificiale sta sviluppando capacità sempre più simili a quelle della mente umana: quello che ha imparato a fare ha dell’incredibile.
Gli ultimi progressi dell’intelligenza artificiale sono stati resi noti attraverso uno studio dell’Università di New York e di Barcellona pubblicato sulla rivista americana Nature.
Fino a prima della pubblicazione di questo studio l’opinione comune era che l’Intelligenza artificiale fosse arrivata a uno stadio di sviluppo tale da poter replicare alcune funzioni del cervello umano come l’elaborazione del linguaggio o di immagini. Per questo motivo le capacità dell’AI sembravano ancora piuttosto lontane dalla funzione più nobile della mente umana, ovvero la creatività. In pratica l’intelligenza artificiale era sempre stata in grado di replicare e combinare opere della mente umana, senza poterne creare di nuove e completamente originali. L’intelligenza artificiale per come la conoscevamo, quindi, è in grado essenzialmente di immagazzinare, catalogare e rielaborare informazioni già esistenti.
La recente (e spaventosa) evoluzione dell’intelligenza artificiale
Secondo Brenden Lake, della New York University l’intelligenza artificiale ha compiuto un grosso balzo in avanti arrivando a imitare o superare la generalizzazione sistematica umana. In pratica significa che l’intelligenza sistematica è arrivata a estrarre concetti generali da esempi particolari e che ha imparato a eseguire questa operazione in maniera sistematica, cioè su vasta scala.
Oltre a riuscire ad estrapolare il concetto di “camminare” dalla frase “un uomo cammina”, le intelligenze artificiali più recenti sono in grado di combinare vari concetti generali allo scopo di creare concetti nuovi e più complessi. In pratica, l’intelligenza artificiale ha imparato a creare nuove idee a partire da quelle che già conosce, esattamente come per secoli ha fatto la mente umana permettendo l’incredibile progresso della nostra specie.
Per ottenere risultati del genere l’AI è arrivata a simulare la flessibilità del pensiero umano, riuscendo quindi ad adattare il proprio pensiero e le proprie idee alle situazioni contingenti e alle problematiche che è necessario risolvere.
Per fare un esempio pratico, grazie a un sistema chiamato Meta Learning per la Composizionalità, una AI è in grado di creare l’idea complessa “camminare all’indietro in punta di piedi intorno a un cono”. Per farlo ha assemblato le idee semplici “camminare in cerchio” “camminare in punta di piedi” “camminare all’indietro” e infine “camminare intorno a qualcosa”, quindi le ha combinate generando l’idea complessa senza che nessuno l’avesse mai inserita nei suoi database attraverso un esempio.
Considerando che questo processo viene eseguito da un software molto più facilmente, velocemente ed efficacemente di quanto potrebbe fare la mente umana, c’è la seria possibilità che da un certo punto in poi addestreremo le macchine a pensare al nostro posto.