Legge tempo libero: anche in Italia si inizia a parlare di una legge che vieti mail e telefonate del capo al di fuori dell’orario lavorativo.
In alcune parti del mondo questa è già una realtà effettiva, e potrebbe diventarlo anche da noi. Ecco come l’Italia e l’Europa si stanno muovendo in questo senso per tutelare il tempo libero dei lavoratori e preservare il benessere mentale dei cittadini.
Legge tempo libero
Immagina come sarebbe la tua vita se la legge vietasse al tuo capo di contattarti al di fuori dell’orario di lavoro, ai tuoi clienti di scriverti e chiamarti mentre sei a casa o in vacanza e ai tuoi colleghi di chiederti consigli e farti domande quando non stai lavorando. Una legge a tutela del tempo libero è proprio quello di cui finalmente anche l’Italia inizia a parlare. Tecnicamente questo viene chiamato “diritto alla disconnessione”, e permetterebbe a chiunque di non rispondere al telefono, alle mail e alle notifiche di lavoro dopo l’orario prestabilito dal contratto, senza paura di ripercussioni ingiustificate.
Questo diritto è già in vigore in alcuni Paesi europei, come ad esempio la Grecia e il Portogallo, che hanno introdotto la legge nel 2021. Anche in Francia, Croazia, Spagna e Slovacchia ci sono normative similari, e in Belgio una norma tutela esclusivamente i dipendenti pubblici, lasciando la libera scelta al settore privato. Quante volte infatti capita di essere in ferie, di aver staccato o di avere una giornata di riposo e ricevere chiamate e messaggi dal lavoro? Se non si risponde, le ripercussioni possono andare da un rimprovero a vere e proprie conseguenze, ma questo è decisamente ingiusto.
Straordinari non pagati
Sul piano prettamente legale, quando si lavora al di fuori dell’orario lavorativo stabilito dal contratto, si tratta di lavoro straordinario, e come tale dovrebbe essere retribuito. Gestire situazioni lavorative, rispondere a una mail o chiamare un cliente quando non si è sul luogo di lavoro invece non viene considerato straordinario, almeno non dai datori di lavoro. In Italia una legge vera e propria a questo riguardo non esiste ancora, ma si inizia a parlare di questo argomento almeno per quanto riguarda lo smart working.
Quello che sta spingendo i governi di tutto il mondo a creare una legislazione apposita per questo fenomeno è l’intenzione di tutelare di più i lavoratori, che grazie ad una legge ad hoc potrebbero evitare il burnout molto più facilmente e godere appieno del proprio tempo libero, come dovrebbe essere anche senza il bisogno di una legge. Infatti, sentirsi obbligati a lavorare fuori orario (e per di più senza un compenso economico) aumenta stress e ansia, peggiora le dinamiche e i ritmi di vita e comporta una qualità della vita più insoddisfacente.
Nonostante bastasse un pò di buon senso, una legge a questo riguardo sembra più che mai necessaria coi tempi che corrono, in cui la metà dei giovani va in burnout e sempre più persone si licenziano per avere una migliore gestione del tempo libero!