Il governo Meloni ha deciso: l’Assegno Unico resta ancora nell’ISEE ma è al vaglio una rettifica sulla prima casa.
Tra i vari aiuti erogati dai vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese negli ultimi due anni, l’Assegno Unico è sicuramente la misura principe. Erogato per la prima volta dal governo Draghi nel marzo 2022, l’AU è un aiuto concreto alle famiglie con figli fino a 21 anni e senza limite di età nel caso di figli con una qualche disabilità.
L’importo dell’AU varia a seconda dell’ISEE del nucleo familiare ed è versato mensilmente dall’INPS direttamente sull’IBAN presentato in fase di domanda. Il governo Meloni, poi, lo scorso anno ha aggiunto delle maggiorazioni che riguardano le famiglie numerose e quelle con figli disabili.
Come detto, l’importo dell’Assegno Unico dipende dall’ISEE del nucleo familiare di appartenenza. Nonostante questo, il governo non ha ancora risolto il problema del legame che intercorre proprio tra l’AU e l’ISEE, come richiesto dal forum delle associazioni familiari. La viceministro del Lavoro, Maria Teresa Bellucci, ha promesso una revisione, ma ha sottolineato che qualsiasi modifica comporterebbe un costo per le casse pubbliche e dovrà quindi essere attentamente valutata.
Tra le ipotesi al vaglio è presente una rivisitazione del peso attribuito alla prima casa nell’ISEE. L’esecutivo starebbe infatti considerando di intervenire per evitare che l’Assegno Unico aumenti l’indicatore ISEE riducendo il valore della casa di proprietà. Tuttavia, questa soluzione non risolverebbe il problema delle disparità tra le famiglie, dato che a parità di reddito, possedere un immobile di proprietà comporta un vantaggio significativo sul bilancio familiare.
Per cercare di risolvere questo problema tra l’Assegno Unico e l’ISEE è previsto un nuovo incontro ministeriale il prossimo 20 marzo. Tra le ipotesi sul tavolo, oltre alla revisione del peso della prima casa, c’è anche l’esclusione delle erogazioni percepite con l’Assegno Unico dal calcolo dell’ISEE.
In agenda sul tavolo tecnico anche la questione delle somme ricevute sul conto corrente sotto forma di arretrati (ad esempio per invalidità), che al momento rientrano nel valore ISEE, ma che le famiglie vorrebbero vedere escluse come avviene per la pensione di invalidità.
Ad oggi la situazione rimane incerta e il governo non ha ancora annunciato decisioni definitive. Le prossime mosse dipenderanno dall’esito del tavolo di lavoro e dalle valutazioni economiche. Nel frattempo, le famiglie attendono con trepidazione una soluzione che garantisca un sostegno equo e adeguato.
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