Può capitare che uno studente si faccia male durante l’ora di ginnastica, o in altri circostanze: ecco quando è dovuto il risarcimento.
Non sempre i genitori sono a conoscenza delle responsabilità dell’istituto scolastico e degli insegnanti verso i ragazzi che vanno a scuola. Non a caso di solito si paga una quota d’iscrizione che comprende anche l’assicurazione, ma non è tutto qui.
La Legge obbliga le scuole a stipulare contratti assicurativi, che servono a coprire le richieste dei genitori in caso di infortunio accertato. Di conseguenza la scuola è responsabile e se un ragazzo si fa male ed è tenuta a pagare i danni, nonché le spese legali.
Purtroppo non è raro che i ragazzi subiscano danni – talvolta anche importanti – durante le attività scolastiche, e il classico esempio è un braccio rotto durante l’ora di educazione fisica.
In generale, tutte le volte che un alunno si fa male a scuola la responsabilità è proprio dell’istituto scolastico, che deve risarcire la famiglia. Ma ovviamente esistono anche delle eccezioni e soprattutto un modo corretto di avanzare la richiesta di risarcimento danni.
Gli insegnanti hanno l’obbligo di sorvegliare gli alunni e di fare tutto ciò che è possibile per evitare danni. Dunque la colpa della scuola è in molti casi facilmente individuabile. Nel caso citato poco sopra, ovvero di un braccio rotto, il genitore dovrà però produrre tutte le prove necessarie affinché dimostrino la responsabilità dell’istituto.
La pima cosa da fare, dopo aver portato il ragazzo al Pronto Soccorso, è di conservare tutta la documentazione inerente le cure, le terapie e le prescrizioni dei medici. Bisogna anche conservare le fatture che attestano il pagamento dei ticket o della prestazione medica.
Nella richiesta alla scuola, che di solito si fa tramite appositi modelli, il genitore dovrà raccontare l’accaduto e allegare i documenti sopra citati. La scuola molto probabilmente dovrà pagare, qualsiasi spesa sostenuta, a meno che:
Solitamente insegnanti e personale scolastico agiscono in modo trasparente, e hanno a cuore la salute e il benessere dei ragazzi, ma può capitare che l’istituto non voglia risarcire il danno e allora a quel punto l’unica cosa da fare è ricorrere in giudizio.
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