Perché alcune persone hanno serie difficoltà con la “erre” tanto da non riuscire a pronunciare correttamente questo fonema? Ecco le cause
Alcune persone non riescono a pronunciare la “r” e questo fenomeno prende il nome di “rotacismo”. Si tratterebbe di una seria difficoltà che impedirebbe di dire la erre correttamente.
Coloro i quali non sanno pronunciare questo fonema tendono a storpiarlo andando a modificare proprio il suono tipico dell’italiano.
In logopedia tale difficoltà viene annoverata tra le dislalie e possono esserci, nella fattispecie, due cause a scatenare il fenomeno: una di tipo funzionale e l’altra organica.
Quando si parla di causa funzionale vuol dire che il fonema /r/ non viene pronunciato correttamente per un un mancato apprendimento dello stesso proprio nella fase di sviluppo del linguaggio. La causa è di tipo organico, se, invece, vi è un ostacolo morfologico, che non permette l’articolazione del suono. Quindi, potrebbe trattarsi, ad esempio, del frenulo linguale corto che non permette di pronunciare negli standard la erre.
Avere una erre diversa potrebbe anche derivare dall’influenza linguistica della zona in cui si apprende a parlare. Infatti, il luogo di appartenenza, dove sperimentare e sviluppare il proprio apprendimento linguistico, è di fondamentale importanza. Perché ognuno è influenzato da una specifica varietà linguistica che si apprende, al di là dell’italiano stesso.
Proprio il fenomeno della /r/ pronunciata diversamente (alla stregua della /k/ spirantizzata toscana) può derivare da un modo di parlare tipico di una località o regione intera.
Non è difficile accorgersi che alcune zone del nord Italia tendano a pronunciare diversamente proprio la erre. Bisognerebbe aprire una grossa parentesi sui popoli, che sono passati in una determinata zona e che si sono susseguiti, non solo, le cadenze, le usanze, i mezzi di comunicazione e il modo di propagarsi del mezzo linguistico, le testimonianze scritte e non solo.
In sintesi, si potrebbe accennare , per fare un esempio – agli abitanti di Parma, Salsomaggiore, Fidenza e Alessandria, che sembrano avere in tanti, quasi tutti, la erre moscia.
Ebbene, risolvere il cruccio linguistico non è facile, molte le teorie in merito. Tra le più accreditate si ritrovano quella dell’influenza francese sulla lingua, anche se opzione debole, visto che sarebbe difficile una trasposizione così forte di un tratto fonetico da parte di truppe di soldati nelle periferie o parte della corte francese stanziatasi nelle città. Ci sarebbe, forse, una lingua di transizione non ancora accertata, tra le tante varietà di passaggi sino all’italiano definitivo, che avrebbe proprio predisposto i parlanti di tale zona ad una pronuncia della erre così singolare.
Tornando alla erre moscia per causa organica, è possibile fare una valutazione con uno specialista per capire se ci possa essere o meno una correzione di un fattore morfologico, ad esempio l’asportazione del frenulo linguale troppo corto o correzione palatale con ovviamente susseguente logopedia.
Per il problema di tipo funzionale, se si si vuole pronunciare la erre correttamente, è necessario, fondamentale l’aiuto di un logopedista. Ovviamente il volere o meno superare tale dislalia è una scelta del soggetto stesso che ne è portatore.
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