La pensione spetta anche a chi ha debiti con l’INPS, ma bisogna fare attenzione a questo dettaglio fondamentale

Non tutti lo sanno ma la pensione spetta anche a chi ha debiti con l’Inps. Ma per non perdere tutto, bisogna fare attenzione ad un dettaglio.

Hai debiti con l’Inps? Non ti preoccupare: la pensione ti spetta lo stesso ma devi fare caso ad un certo dettaglio. Vediamo di cosa si tratta.

Pensione e debiti con l'Inps
Cosa succede alla pensione se hai debiti con l’Inps/ Linkcoordinamentouniversitario.it

Lavorare una vita e poi non vedersi riconosciuta la propria pensione a causa di debiti con l’Inps, sarebbe veramente troppo per chiunque. Una sorte davvero ingiusta. Anche perché moltissime persone si trovano nella condizione di aver fatto debiti per l’impossibilità di pagare tutto ciò che c’è da pagare.

I rialzi degli ultimi due anni hanno messo in ginocchio milioni di famiglie anche perché, ad essere aumentati, non sono stati solo rate dei mutui e canoni di affitto. Gli aumenti non hanno risparmiato neanche i beni di prima necessità come i farmaci, le visite mediche e i generi alimentari. Quindi anche tante brave persone oneste hanno finito per indebitarsi. Nel caso di debiti con l’Inps, la pensione spetta lo stesso ma bisogna prestare molta attenzione ad un dettaglio specifico.

Pensione e debiti con l’Inps: ecco cosa devi fare

Hai contratto debiti con l’Inps e, per questo, temi di perdere la tua pensione? Se fai le cose nel modo giusto, non corri questo rischio. In particolare devi prestare attenzione ad un particolare per non perdere il tuo assegno previdenziale mensile.

Pignoramento della pensione
La pensione spetta anche in caso di debiti ma l’Inps può fare una cosa/ Linkcoordinamentouniversitario.it

L’età pensionabile in Italia è stata fissata dalla legge Fornero a 67 anni. Un lavoratore, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria, deve avere 67 anni e almeno 20 anni di contributi. Se non ha gli anni di contributi necessari, dovrà continuare a lavorare. In alcuni casi dovrà lavorare anche fino a 71 anni. Raggiunta tale soglia anagrafica, sarà sufficiente aver maturato 5 anni di contributi per andare in pensione anche se l’assegno previdenziale sarà molto basso.

Un caso particolare è dato dai lavoratori contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995, cioè dopo l’entrata in vigore della riforma Dini che ha determinato il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo. Costoro possono andare in pensione a 64 anni e con solo 20 anni di contributi se hanno maturato un assegno previdenziale pari almeno a 2,8 volte- dal 2024, 3,3 volte- l’importo dell’Assegno sociale.

In ogni caso, raggiunti i requisiti necessari per il pensionamento, un lavoratore potrà ricevere la sua pensione anche se ha contratto debiti con l’Inps. Ma attenzione: l’istituto di previdenza sociale, ovviamente, si rivarrà sull’importo della pensione per recuperare il debito. Di conseguenza, ogni mese, verrà trattenuto un quinto della pensione finché il debito non sarà estinto del tutto

Eccezione fatta solo per chi ha una pensione molto bassa. La vigente normativa, infatti, ha stabilito che sul conto corrente di una persona deve sempre rimanere il minimo vitale che equivale all’importo dell’Assegno sociale. Quest’ultimo per il 2023 corrisponde a 503,27 euro. Pertanto l’Inps potrà pignorare solo un quinto della parte eccedente a 503,27 euro. Se una persona prende una pensione pari o inferiore a tale somma, non subirà alcun pignoramento.

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