A partire dal prossimo 7 Marzo gli iPhone includeranno nuovi e-stores di terze parti. Vediamo chi esulta e chi no per la dirompente novità
La novità in arrivo è di quelle dirompenti: entro il prossimo 7 Marzo infatti l’intera flotta di dispositivi della mela morsicata di Cupertino accoglierà e-stores di terze parti, ovvero sviluppati, lanciati e gestiti da aziende e professionisti informatici che non dipendono dalla Apple, affiancandoli al popolarissimo App Store.
È la diretta conseguenza del cosiddetto DMA – Digital Markets Acts, attraverso il quale l’Unione Europea ha imposto al colosso statunitense di adeguarsi alle regole europee relative alla concorrenza, in scadenza proprio il 7 Marzo. Dunque maggiore possibilità di scelta per gli utenti, che potranno effettuare acquisti non soltanto sull’App Store ma anche presso numerosi altri negozi digitali. E, al contempo, meno controlli e meno guadagni per la Apple.
In termini di controllo è ben nota la politica dell’azienda di Cupertino di dotare i propri dispositivi di componenti proprietarie per garantire la maggiore sicurezza possibile, tanto in termini di hardware quanto in termini di software. Ed aprirsi a negozi online non gestiti direttamente dai propri fidatissimi sviluppatori, per la prima volta in 17 anni di vita, potrebbe causare non poche problematiche in termini di cybersicurezza relativa agli acquisti digitali. Ma c’è di più.
Il secondo aspetto che fa “tremare le gambe” alla Apple non è di poco conto: la rendita passiva fino ad ora generata dall’App Store è particolarmente influente sulla stabilità e prosperità economica dell’azienda che, per ogni Euro speso all’interno del negozio proprietario così come anche all’interno di ogni app scaricata, trattiene un percentuale che oscilla tra il valore del 15% e del 30%.
Ora, in conseguenza delle misure imposte dall’Unione Europea attraverso il Digital Markets Act, tutto ciò diventa illegale. Certo, solo per i clienti europei, ma è assai probabile che non resteranno gli unici così a lungo: al contrario, le previsioni più accreditate danno la Apple come costretta nel breve-medio termine ad applicare le stesse politiche anche agli utenti del resto del mondo. I quali, con ogni probabilità, non apprezzeranno il trattamento “di sfavore” rispetto ai colleghi europei.
E tra gli stessi utenti le reazioni si sono presto fatte sentire, tra chi esulta e chi dispera: i primi, ritenendo più che opportuna la fine di un monopolio che non consente libertà di scelta; i secondi, invece, preferendo maggiore sicurezza – anche a pagamento – al rischio di esporre i dispositivi alla mercé di hacker e cybercriminali. A ciascun quindi, entro e non oltre il prossimo 7 Marzo, la propria scelta.
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