In Italia è possibile andare prima in pensione per chi svolge un lavoro gravoso: vediamo se vale anche per gli operatori socio sanitari
I lavori gravosi o usuranti sono quelli che risultano particolarmente pesanti o logoranti per il tipo di attività svolta. In favore di questa categoria di lavoratori la legge interviene offrendo tutele ben precise, anche in materia di pensionamento.
![Prima in pensione con lavoro gravoso: cosa accade gli OSS](https://linkcoordinamentouniversitario.it/wp-content/uploads/2024/02/pensione-19022024-Linkcoordinamentouniversitario.it_.jpg)
Con il decreto legislativo 67 del 2011, è stata individuata la lista dei lavori considerati usuranti. Secondo la normativa può essere considerato lavoro usurante un’attività che prevede l’esecuzione di mansioni pratiche che sono fonte di stress e aumentano la possibilità di infortuni. Le tutele offerte dalla legge, a questa categoria di lavoratori, riguardano la pensione di anzianità che comporta particolari vantaggi.
Lavoro gravoso e pensioni anticipata: vale anche per gli operatori socio-sanitari?
La legge ha individuato le categorie di lavori che sono considerati gravosi dall’INPS in base alla normativa di riferimento. Nello specifico appartengono a tale elenco i lavori:
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- In galleria cava o miniera
- Ad alte temperature
- In cassoni di aria compressa
- I Palombari
- Lavorazioni del vetro cavo
- Rimozione della pianta
- Eseguiti in spazi ristretti
- A catena o in serie
- Conducenti di veicoli destinati a Servizio Pubblico di trasporto collettivo.
I lavori usuranti sono svolti in particolari situazioni che possono mettere a rischio la salute e psicofisica del lavoratore, a causa della quantità di tempo e dell’intensità. Per questo motivo anche gli operatori socio-sanitari rientrano in questa categoria e hanno la possibilità di accedere sia all’Ape sociale che a Quota 41.
L’Ape sociale è uno scivolo pensionistico che permette di ritirarsi dal lavoro all’età di 63 anni e cinque mesi. L’importo percepito dal lavoratore non può essere superiore a 1.500 euro mensili, che saranno erogati fino al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Quota 41 invece permette di accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati, a prescindere dal requisito anagrafico.
Per poter accedere a quest’opportunità però è necessario che sia avvenuto il versamento di almeno 12 mesi di contribuzione da lavoro effettivo prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Quest’opzione infatti è rivolta ai cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare e dunque a versare contributi in giovane età. Al termine di ogni anno è possibile inviare la domanda di certificazione dei requisiti pensionistici per verificare la maturazione di quelli che consentono di accedere a Quota 41.