Ecco finalmente svelati tutti i trucchi utilizzati dalle aziende per risparmiare sulla produzione, danneggiando i consumatori inconsapevoli
Il marketing è un insieme di processi che si concretizza in un’attività volta a creare, comunicare, offrire e scambiare offerte che hanno valore per i consumatori. Guardando alle strategie di marketing dal punto di vista psicologico, si possono spesso considerare come pratiche ingannevoli che portano i consumatori ad acquistare cose di cui non hanno assolutamente bisogno e a spendere molto per articoli che si potrebbero comprare alla metà del prezzo.
L’elaborazione di tali strategie avviene grazie all’analisi dei comportamenti ricorrenti dei consumatori, utilizzati come modelli da studiare per promuovere pratiche sempre più efficaci. Spesso le aziende approfittano di questi trucchi per celare l’aumento dei prezzi. Ecco come riconoscerli per evitare di spendere un capitale.
Un trucco utilizzato per confondere i consumatori è sicuramente la “Greedflation“, meglio definita come “inflazione da avidità”. Questo fenomeno si verifica quando si caricano in modo eccessivo sul consumatore finale i rincari dovuti magari all’aumento del costo dell’energia.
Aumento prezzi, i trucchi delle aziende che colpiscono i consumatori: come evitarli
La Greedflation si è verificata spesso negli ultimi due anni: alcune imprese hanno approfittato dei rincari sulle materie prime e sull’energia, per giustificare l’incremento dei prezzi di listino. Infatti, anche se i costi dell’energia sono ormai scesi nuovamente, molti aumenti di prezzo non sono variati. Ma la strategia di marketing più pericolosa e che passa spesso inosservata alla maggior parte delle persone è un’altra.
Si tratta della “Shrinkflation“ e si verifica quando il costo del prodotto sembra non essere mutato, ma in realtà è cambiato e come, poiché la quantità all’interno della confezione è inferiore ma venduta allo stesso prezzo di prima. Questo avviene con le confezioni di pasta, con i biscotti, le tisane, i detersivi e via discorrendo. Il modo migliore per reagire a tale pratica è controllare il prezzo al chilo e non a confezione, così da non perdere di vista il costo reale del prodotto che si acquista.
Un altro trucco è la “Skimpflation“ e influisce sulla qualità del prodotto invece che sulla quantità come per la “Shrinkflation”. Il termine deriva dall’inglese “to skimp” e significa “risparmiare”. Il risparmio come detto poc’anzi è sulla qualità del prodotto ed è il produttore dello stesso a goderne, non di certo il consumatore.
Gli esempi pratici che si possono fare sono numerosissimi: un ristorante che lascia invariato il numero di coperti, ma diminuisce i camerieri, o un albergo che risparmia sulla pulizia, diminuendo il numero di addetti, o ancora semplicemente un utilizzo di ingredienti più economici per fabbricare prodotti alimentari.