Una tragedia che sta scuotendo il mondo intero. Questo bug di Google Maps avrebbe potuto uccidere tutti noi
Un bug nell’applicazione ha causato una tragedia immane. Ora Google Maps viene portato in tribunale. L’applicazione che, dal momento della sua invenzione, è l’alleata principale dei viaggiatori, questa volta ha tradito. Ecco il drammatico caso che sta scuotendo tutti noi.
Più volte ci siamo chiesti quanto potessero essere più difficili i viaggi senza la preziosissima applicazione di Google Maps. Il nostro navigatore più utilizzato, che riesce a farci orientare anche in luoghi che vediamo e visitiamo per la prima volta. Ma ora a tradire è proprio quello che consideriamo, da sempre, il nostro principale alleato.
Tutto accade a causa di un bug nell’applicazione. Un bug, come ve ne sono tanti negli strumenti tecnologici che usiamo al giorno d’oggi. Questa volta, però, questa imperfezione è risultata fatale e ora l’app viene portata in tribunale. Un caso drammatico che sta scuotendo tutti perché sarebbe potuto accadere a chiunque tra di noi.
Google Maps: la tragedia causata da un bug
Una donna di nome Alicia Paxon ha fatto causa a Google accusandola di aver causato la morte del marito. Nel settembre 2022, suo marito è annegato in un fiume dopo che Google Maps lo ha inviato allo Snow Creek Bridge a Hickory, nella Carolina del Nord, negli Stati Uniti, che è crollato nel 2013 e non è stato riparato. Alicia sostiene che la mancanza di segnaletica e di indicazioni su Google Maps siano state le cause della morte del marito.
Secondo l’accusa, Philip Paxon è morto tragicamente mentre tornava a casa dalla festa del nono compleanno di sua figlia, quando si è allontanato da un ponte crollato non contrassegnato e senza barricate, seguendo il percorso segnato da Google Maps. Sostanzialmente, secondo le accuse della famiglia, Google non avrebbe corretto il suo servizio di mappatura nonostante gli avvertimenti sul ponte rotto due anni prima dell’incidente.
Alla sbarra ora vi saranno cinque imputati, tra cui proprio Alphabet, la società madre di Google. La difesa sostiene che su entrambi i lati del ponte erano posizionati segnali e barriere di “Strada chiusa” , ma questi non erano presenti al momento dell’incidente. Peraltro, a pesare sull’azienda vi sarebbe la circostanza che due anni prima rispetto alla tragedia una cittadina avrebbe utilizzato la funzione “suggerisci una modifica” per segnalare la situazione del ponte, ma che Google Maps non avrebbe intrapreso alcuna azione.