Generazione Indoor, perché siamo stati etichettati così e come possiamo cambiare il futuro

Un nuovo cortometraggio ha definito le attuali generazioni come “Indoor”. Vediamo insieme cosa significa e perché saremmo così. 

Generazione Indoor. Ecco quello che siamo e non è sicuramente qualcosa di cui vantarsi. Il problema non riguarda solo gli adolescenti ma anche adulti di 30, 40 e 50 anni.

Cosa significa generazione Indoor
Siamo la generazione Indoor/ Linkcoordinamentouniversitario.it

Un nuovo cortometraggio ci ha definiti la “generazione Indoor”. Cosa significa esattamente? Alla lettera significa “generazione che vive in ambienti chiusi“. La problematica non riguarda solo gli adolescenti, cioè la cosiddetta generazione Z. Anche Millenials e Boomer – cioè persone nate negli anni ’79, ’80 e primi anni ’90- non sono immuni dai rischi di vivere rinchiusi in spazi angusti.

In effetti la maggior parte di noi trascorre le proprie giornate tra casa, ufficio, automobile o mezzi pubblici e palestra. Passiamo da un ambiente chiuso ad un altro considerando normale vivere così e, infatti, nello stesso modo facciamo vivere i nostri figli che, anziché uscire per giocare con i loro amici, passano le ore chiusi nella loro stanza. I rischi per la salute sono davvero tantissimi.

Generazione indoor: i rischi per la salute

I nostri nonni ma anche i nostri genitori sono cresciuti passando molto più tempo all’aria aperta di quanto ne trascorriamo noi oggi. Quantomeno per incontrare i loro amici erano costretti a uscire. Oggi noi preferiamo chattare sui social o guardare le serie tv sul divano. Ma tutto questo tempo in ambienti chiusi che effetto ha sulla nostra salute fisica e mentale?

Problemi della generazione Indoor
Il problema riguarda anche gli adulti/ Linkcoordinamentouniversitario.it

Gli effetti possono essere devastanti anche sui bambini e sugli adolescenti. Se parliamo di salute fisica, trascorrere troppo tempo in ambienti chiusi e, quindi, poco areati può provocare allergie e problemi di respirazione. Inoltre negli spazi chiusi è molto più facile la trasmissione di infezioni. Ma non solo: gli ambienti chiusi sono ovviamente meno illuminati o sono illuminati in modo artificiale. Questo può alterare il normale ritmo sonno-veglia e provocare insonnia, irritabilità, ansia e depressione.

Non a caso è in aumento il numero di persone che ricorre agli psicofarmaci. Perché trascorrere il 90% del tempo in ambienti chiusi, come facciamo quasi tutti, non è naturale. La situazione però può migliorare e anche di molto se vogliamo. Basta iniziare a mettere in atto piccoli cambiamenti ed essere costanti. Giorno dopo giorno deve diventare un’abitudine passare sempre un po’ più tempo all’aria aperta, anche in autunno e in inverno.

Per prima cosa possiamo iniziare la giornata con una bella corsetta o una bella passeggiata all’aperto. Se la mattina non abbiamo tempo possiamo farlo dopo il lavoro. Per andare a lavoro o per accompagnare i bambini a scuola, se l’ufficio o la scuola non sono troppo distanti, possiamo andare a piedi anziché usare l’auto o i mezzi pubblici. Infine: usciamo nei parchi a giocare con i nostri figli. Basterà coprirsi un po’ di più se fa freddo ma la salute e l’umore ci guadagneranno.

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