Ci hanno sempre detto che posporre la sveglia al mattino sia davvero una cattivissima abitudine. E se invece fosse proprio l’esatto opposto?
Lo sappiamo, la mattina è una vera impresa titanica riuscire ad alzarsi dal letto, specialmente se si è fatto tardi e la sveglia implacabile suona alle 07:00 senza fare sconti a nessuno. E così capita che la maggior parte delle persone posponga la sveglia perché la voglia di alzarsi non è pervenuta.
Certo, dormire anche solo 10 minuti in più al mattino può implicare dover fare poi tutto di corsa – specialmente se si rimane imbottigliati in mezzo al traffico – ma quei 10 minuti rappresentano una vera conquista o almeno così pensavamo. Posporre la sveglia, infatti, da sempre è considerata una cattivissima abitudine.
Stando, infatti, a uno studio condotto dall’Università Notre Dame di Parigi, posticipare la sveglia farebbe addirittura male proprio perché si interrompono i cicli naturali del sonno fondamentali per il nostro organismo che può anche sviluppare dei disturbi del sonno e vivere in uno stato di intorpidimento e confusione perenne per tutta la giornata “producendo” di meno.
Assecondare quindi la stanchezza più che normale del risveglio evitando di alzarsi dal letto significa quindi mandare in tilt un processo naturale che si esaurisce nel giro di pochi minuti non appena si ingrana e si mette in moto la complessa macchina che è il corpo umano.
Posporre la sveglia sì o no? Risponde l’Università di Stoccolma
Tuttavia, un recente studio sembra sconfessare quanto scoperto dal team di ricercatori parigini. Nello specifico, l’Università di Stoccolma è certa proprio del contrario. Trascorrere 30 minuti in più sotto il piumone, infatti, può renderci più vigili e attivi per il resto della giornata.
“I risultati indicano che non c’è motivo di smettere di sonnecchiare al mattino se ci piace“, ha spiegato la dottoressa Tina Sundelin al ‘The Sun‘. “In effetti, può anche aiutare chi soffre di sonnolenza mattutina a essere leggermente più sveglio una volta alzati“. Stando quindi ai risultati dei test celebrali che hanno confermato prestazioni migliori in chi posticipa la sveglia, gli scienziati sono certi che non essere svegliati troppo bruscamente dal sonno REM ma conciliare ancora un po’ il sonno sia alla base dei risultati ottenuti.
Il team, infatti, ha condotto un esperimento tramite il quale ha esaminato 31 soggetti che dormicchiano abitualmente arrivando alla conclusione che quei 30 minuti di sonno in più hanno migliorato o non hanno influenzato le prestazioni nei test di memoria, concentrazione e matematica rispetto al risveglio improvviso.