Dal 1° gennaio è scattato l’aggiornamento delle esenzioni parziali e totali sulle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale. Cosa cambia
All’interno dei nuclei familiari le spese sanitarie stanno diventando una voce di spesa sempre più preponderante. Le ragioni di questo stato dell’arte sono molteplici e diverse, ma contingenti, frutto di una condizione socioeconomica difficilissima, venutasi a creare negli ultimi anni. Di certo, si sta assistendo ad una graduale maratona di eventi, anzi, di fenomeni che non fanno per nulla bene allo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale.
Apparsa come un effetto collaterale della difficile esperienza ospedaliera legata all’epidemia da Coronavirus, la progressiva e sistematica privatizzazione dei servizi alla salute del cittadino sta avanzando, grazie anche alle scelte del Governo.
La Legge di Bilancio 2024 ha pesantemente aggiornato il tariffario delle prestazioni sanitarie e dunque non mancano importanti novità. Il tenore della revisione è indirizzato verso il risparmio sulla spesa pubblica. L’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ha innanzitutto omologato gli importi, uguali per tutte le Regioni.
Ticket sanitari, quali prestazioni hanno subito l’aggiornamento più evidente
Colpendo la “convenienza” di una Regione rispetto ad un’altra, la revisione si è concentrata sulle procedure PMA (la procreazione medicalmente assistita), le prestazioni ad alto contenuto tecnologico e l’indagine genetica su malattie ereditarie.
Circa il ticket sanitario, il limite massimale richiesto dallo Stato passa a 36,15 euro. Se nella stessa ricetta vi sono più prestazioni del medesimo tipo, la spesa è completamente a carico del cittadino. Se la prestazione indicata in ricetta prevede un costo più alto, è lo Stato a coprire la spesa restante.
Ecco come variano in media i costi delle prestazioni più richieste: 22 euro per la prima visita specialistica, contro i 21,59 euro della media 2023; 37,8 euro per l’ecografia addome inferiore, rispetto ai 35,62 euro; 16,2 euro per la visita di controllo (14,05 euro fino al 2023); 15,45 euro per la radiografia al torace (media inferiore) rispetto ai precedenti 17,51 euro; 11,06 euro per l’elettrocardiogramma, contro la media regionale di 12,08 euro.
Rincari che rappresentano un ulteriore aggravio a carico delle famiglie italiane, che in questo periodo stanno ancora facendo i conti con l’innalzamento del costo della vita dovuto all’inflazione e quindi all’aumento dei prezzi.
Nonostante le tante misure, tra bonus e agevolazioni, introdotte dal governo, le difficoltà rimangono, e questo rincaro dei costi dei servizi erogati dal Sistema Sanitario Nazionale non fa che peggiorare la situazione per molti italiani.