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Cosa succede al nostro cervello quando smettiamo di scrivere a mano: gravi conseguenze

Scriviamo sempre meno a mano. La digitalizzazione ha sicuramente portato dei benefici. Ma cosa succede al nostro cervello quando smettiamo di usare carta e penna?

Una nobile e romantica abitudine che, purtroppo, si è persa quasi totalmente. Parliamo dell’atto di scrivere a mano. Su questo gesto, così colto, così fondamentale per l’evoluzione dell’uomo, vi è una vasta narrazione: letteraria, musicale, cinematografica. Ma lo facciamo sempre meno. E, forse, non lo facciamo del tutto più. Ma cosa accade al nostro cervello quando smettiamo di scrivere a mano?

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Le conseguenze sono piuttosto serie. E questo dovrebbero saperlo anche gli educatori e chi c’è al vertice della scuola italiana, dato che sempre più spesso, anche nelle aule scolastiche, si usano dispositivi elettronici, a discapito dell’atto di scrivere. Una delle cose più intime che possa esistere.

L’uso diffuso della tecnologia e dei computer per scrivere e studiare ha cambiato il modo in cui ci relazioniamo al processo di scrittura e di apprendimento. Sebbene la comodità e l’efficienza degli strumenti digitali siano innegabili, la realtà è che la scrittura a mano presenta vantaggi significativi per la cognizione e l’apprendimento. Detto in parole povere, i rischi cognitivi per i nostri ragazzi possono essere abbastanza seri. Molti di loro, di fatto, hanno oggi difficoltà a tenere una penna o una matita in mano. Ci muoviamo verso un mondo sempre più digitale, ma oggi vi sveleremo i rischi che stiamo correndo per aver rinunciato a carta e penna.

I vantaggi della tecnologia ci sono e nessuno vuole negarli. Ma sicuramente sarebbe molto più utile pensare a un bilanciamento, dato che vi sono diversi aspetti positivi nelle pratiche tradizionali come la scrittura a mano. Non sono nostre elucubrazioni, pensieri di persone nostalgiche o, peggio, antiche e retrograde. Parliamo sulla scorta delle evidenze scientifiche. Studi psicologici e cognitivi sostengono come le persone che studiano in formato cartaceo tendono ad avere risultati migliori nella comprensione di ciò che leggono rispetto a coloro che utilizzano formati elettronici. Il processo di scrittura coinvolge una serie di aspetti cognitivi e fisici che possono aiutare a rafforzare la memoria e la comprensione delle informazioni. La scrittura a mano richiede maggiore attenzione ed elaborazione cognitiva rispetto alla digitazione.

Cosa succede al nostro cervello quando smettiamo di scrivere a mano?

Ecco, quindi, l’importanza dell’esperienza tattile e del rapporto fisico con carta e penna di cui parlavamo prima. E non si tratta (solo) di romanticismo, ma anche della necessità di facilitare una comprensione più profonda ed efficace delle informazioni, soprattutto per i più giovani. Gli esperti sostengono inoltre che la scrittura a mano sia molto utile per la memorizzazione. L’azione fisica di tracciare le lettere con una matita implica la coordinazione dei movimenti delle mani e delle dita, che può aiutare a rafforzare la connessione tra l’atto di scrivere e la memoria. Del resto, ripensando al nostro percorso scolastico o universitario, chi di noi non ha studiato scrivendo appunti anziché ripetendo a voce: tutto ciò aumenta la capacità di conservare le informazioni.

Cosa accade al nostro cervello quando smettiamo di scrivere a mano? – (linkcoordinamentouniversitario.it)

Ma in una società frenetica e stressante come quella che viviamo, scrivere a mano è considerato troppo lento e troppo faticoso, rispetto alla digitazione sulla tastiera. Ma la lentezza incoraggia una maggiore riflessione sulle parole e sui pensieri, che sono fondamentali per lo spessore umano e culturale di una persona. Inoltre, scrivere su carta è un atto più legato alla creatività, ed è anche più semplice apportare modifiche, aggiungere note, scarabocchiare e, in definitiva, strutturare idee e pensieri in modo molto più coerente.

Scrivere su carta è anche un esercizio utile per mantenere e migliorare le nostre capacità cognitive e mentali con l’avanzare dell’età. Insomma, stiamo forse pagando un prezzo piuttosto alto per aver rinunciato a carta e penna. E forse il prezzo sarà ancora più alto quando chi oggi è un bambino o un adolescente senza carta e penna, domani sarà un esponente della classe dirigente. Forse inadeguato.

Claudio Rossi

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