Chiara Ferragni smentita ancora una volta: dopo lo scandalo del Pandoro svelato un altro caso di beneficenza annunciata e mai fatta.
I personaggi pubblici purtroppo lo sanno benissimo: nel momento in cui cadono preda di uno scandalo la stampa comincia a indagare nel passato per tirare fuori quanti più scoop possibili sul personaggio del momento, cavalcando un’onda scandalistica che assicura tanti click.
Un meccanismo del genere si è scatenato nei confronti di Chiara Ferragni, la quale è ormai vittima di un vero e proprio “press digging”, cioè di un’accurata opera di indagine da parte della stampa che sta contattando tutti coloro che, nel corso degli anni, avrebbero dovuto ricevere donazioni in beneficenza da parte di Chiarra.
Le indagini incrociate della stampa hanno già sollevato storie molto meno gravi rispetto a quelle del Pandoro Balocco ma che, comunque, stanno contribuendo ad affossare la già traballante immagine dell’influencer più potente d’Italia. Per esempio è emerso che, all’epoca del suo matrimonio con Fedez, Chiara aveva fatto produrre da Trudi una bambola con le proprie fattezze che da un certo momento in poi è stata messa in vendita.
Fin qui nulla di male, del resto il merchandising è l’anima del commercio, se non fosse che alle vendite di quella bambola era stata associata una donazione di beneficenza a favore un’associazione americana contro il cyberbullismo. Quella contro il bullismo digitale è una battaglia che la Ferragni aveva sempre combattuto a testa alta, addirittura indossando un abito a tema durante lo scorso Sanremo. Era lecito credere quindi che la donazione fosse poi stata fatta ma, a seguito di una semplice telefonata, si è scoperto che non era così.
Soldi promessi ai terremotati e mai arrivati: cosa è venuto fuori su Chiara Ferragni
Tra il 2016 e il 2017 l’Italia Centrale fu squassata da una lunga serie di terremoti di varia intensità che portò a problematiche logistiche importantissime, nonché ingenti danni alle infrastrutture pubbliche e naturalmente alle proprietà private.
Nel Luglio 2017arrivò la notizia che Chiara Ferragni avrebbe avviato un progetto di raccolta fondi da devolvere alle popolazioni terremotate di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Il progetto avrebbe dovuto unire la creatività di Chiara con l’artigianalità del Made in Italy di Tod’s, famosa azienda nata nelle Marche e che produce accessori.
All’epoca, Chiara non era ancora sposata con Fedez e aveva un terzo dei follower di oggi: era una promessa dell’imprenditoria italiana e sembrava volersi mettere in gioco seriamente. Le cose a quanto pare non sarebbero andate così: la Ferragni non aprì un negozio nelle Marche, come molti avevano sperato, e nessuno ricevette i soldi derivati dalla vendita delle borse e delle scarpe nate da quel progetto.
Il senatore Guido Castelli di Fratelli d’Italia, che oggi è responsabile della ricostruzione nei territori colpiti dal sisma, afferma che nessuno ha mai visto un Euro di quelli genericamente promessi dall’influencer. Chi non si tirò indietro fu invece Tod’s, che aprì uno stabilimento produttivo ad Arquata del Tronto per dare lavoro a chi aveva perso tutto.
Forse Chiara avrebbe dovuto spiegare ai follower che acquistando i suoi prodotti realizzati da Tod’s avrebbero contribuito a sostenere un’azienda che si stava impegnando fattivamente nella ricostruzione economica del territorio. Così non fu: un altro errore di comunicazione?