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Economia

Chi eredita il TFR se muore il lavoratore: attenzione alla normativa poco nota

Eredità del TFR: un intricato labirinto normativo. Scopri chi ne ha diritto e le sfide legate a una normativa spesso inaspettata.

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è un elemento singolare quando si tratta di eredità lavorativa. A differenza degli altri crediti, non segue la normale procedura di successione. Non fa parte dell’eredità tradizionale e ha regole proprie. Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) si configura come un elemento unico e distintivo nel panorama delle eredità lavorative, sfidando le norme convenzionali con regole che gli sono proprie. In questo affascinante teatro delle successioni, il TFR segue una partitura legale tutta sua.

Il TFR e l’eredità: guida alle regole meno conosciute (credit Ansa) -linkcoordinamentouniversitario.it

Quando un lavoratore muore, il destino del suo TFR segue le direttive dell’articolo 2122 del Codice Civile. I protagonisti principali sono il coniuge, i figli, i parenti entro il 3° grado e gli affini entro il 2° grado. Tuttavia, il TFR può decidere di intraprendere un “tour solista” se questi eredi designati non sono presenti, abbracciando invece la successione legittima o il testamento come guida.

Eredità, i beneficiari del Tfr

La trama si complica quando si tratta di determinare chi avrà l’onore di ereditare il TFR senza un testamento. Il lavoratore può indicare i beneficiari solo se mancano figli, coniuge e parenti di primo e secondo grado. Genitori, nonni, fratelli e altri attori possono entrare in gioco, ma se i protagonisti principali sono già in scena, il testamento perde la sua risonanza legale.

Dopo la morte del lavoratore: la complessa successione del TFR -linkcoordinamentouniversitario.it

Nel caso di dissensi tra i beneficiari, il giudice può stabilire la ripartizione. Tuttavia è essenziale sottolineare che ogni accordo sulla distribuzione del TFR stipulato prima della conclusione della vita del lavoratore è una nota fuori posto. Chi può avanzare pretese per ottenere una parte del TFR? Oltre ai parenti stretti, anche i creditori del defunto possono cercare di mettere le mani su questo patrimonio.

Addirittura, l’ex coniuge divorziato ha un posto riservato, con diritto al 40% del TFR, a condizione che mantenga questo privilegio intatto. Quando è il momento di richiedere la propria porzione di TFR, la richiesta al datore di lavoro è il passaggio obbligato.

Tutti i documenti necessari, come il certificato di morte, i dettagli sulla parentela e le informazioni per il pagamento, devono essere impeccabili. E mentre il TFR può essere un protagonista solitario nella suddivisione dell’eredità, va ricordato che non può essere compensato con crediti, ad eccezione degli eventuali anticipi già erogati al lavoratore.

Veronica Iezza

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