I call center sanno esattamente quando chiamare un utente, a smascherarli è stato l’avvocato specializzato in tutela dei consumatori.
Tecniche subdole, orari improponibili e promozioni indesiderate: questo è quello con cui ogni giorno si entra in contatto in un mondo sempre più interconnesso. Neanche il Garante della privacy sembra essere utile per placare le chiamate indesiderate, poiché questi numeri sembrano essere sempre più efficaci nello sviare la cosiddetta categoria ‘spam’. In un’epoca in cui la privacy sembra essere una reliquia del passato, emergono pratiche inaccettabili che mettono a repentaglio il nostro diritto fondamentale alla tranquillità. Il bersaglio più comune è rappresentato dai call center, che, con metodi discutibili, ottengono e sfruttano i nostri numeri di telefono senza alcun rispetto per la nostra privacy.
L’avvocato Massimiliano Dona, esperto in diritti dei consumatori, ha gettato luce su questa pratica inquietante, rivelando il deprecabile mondo dietro le chiamate molestie. Le strategie utilizzate spaziano dall’acquisto di elenchi di contatti da fonti dubbie al condividere i numeri senza consenso esplicito. Queste azioni non solo violano il nostro diritto alla privacy ma aprono la porta a rischi maggiori, come truffe telefoniche mirate e frodi, sfruttando la fiducia o l’ignoranza dei consumatori.
Dopo aver ricevuto da mesi, se non da anni, numerose chiamate ad ogni ora del giorno, una domanda sorge spontanea: come possono queste aziende agire senza il benché minimo rispetto per il nostro spazio personale? Come ci spiega l’avvocato, la pratica di vendere i numeri dei clienti a call center operanti nello stesso settore è particolarmente riprovevole. Chiunque abbia cercato assistenza tecnica, non a caso, si troverà ben presto a ricevere una marea di chiamate indesiderate, dimostrando l’assoluta mancanza di scrupoli in questo mercato fuori controllo.
“Avete chiamato l’assistenza tecnica perché la vostra linea internet a casa da dei problemi, proprio in quei giorni vi arriveranno mille telefonate”, spiega Massimiliano. Il motivo? Probabilmente, la compagnia a cui vi siete rivolti ha rivenduto il vostro numero ai call center. “Questo ci dà la misura di come funziona il mercato dei call center, una compravendita ormai fuori controllo dei nostri numeri”, prosegue indignato l’avvocato all’interno del suo video pubblicato su TikTok.
In una mossa audace volta a difendere i diritti dei consumatori e porre fine alle molestie telefoniche, l’avvocato Massimiliano Dona ha dichiarato guerra al teleselling in Italia. Secondo Dona, l’unica soluzione efficace per sradicare il problema dei call center molestatori è vietare le vendite telefoniche e renderle legalmente obsolete. La petizione avviata dall’avvocato non è solo un grido di protesta, ma un appello alla tutela della privacy e alla fine di un mercato che sembra aver perso ogni etica. La mossa di Dona è stata accolta con un mix di sostegno e perplessità. Alcuni vedono nella sua proposta una risposta necessaria e radicale per proteggere la privacy dei cittadini. Altri, invece, sollevano dubbi sulle possibili ripercussioni sull’industria delle vendite telefoniche legittime. A noi la sentenza.
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