Come cambiano le buste paga negli ultimi mesi del 2023? Le cinque modifiche importanti ma attenzione, non sono tutte positive
Ci sono importanti novità per quanto riguarda gli stipendi dei lavoratori italiani sul finire del 2023. Nella fattispecie sono cinque i grandi cambiamenti in vista, alcuni dei quali positivi, altri decisamente no. Le buste paga hanno già subito nel corso dei primi mesi dell’anno una serie di modifiche e dovrebbero mutare ancora.
E la maggior parte delle novità porterà gli importi mensili a crescere per far fronte al caro vita legato all’inflazione galoppante. Cerchiamo dunque di analizzare lo scenario per capire meglio cosa succederà.
Stipendi, cinque novità in arrivo per la fine del 2023: solo una è negativa
La prima grande novità legata agli stipendi è certamente il riconoscimento, da parte dei datori di lavoro ai dipendenti che hanno figli minorenni, della soglia esentasse fino a 3000 euro dei fringe benefit. Nelle somme che fanno capo ai fringe benefit rientrano vari servizi quali i buoni pasto ed i buoni carburante ma anche le auto aziendali e le borse di studio, le polizze ed i pc aziendali; che vanno a sommarsi alla retribuzione principale del lavoratore.
L’obiettivo dell’esecutivo è quello di rendere la soglia esentasse a 3000 euro strutturale e, in prima battuta, prorogarla almeno fino a giugno del 2024 aprendo a tutti i lavoratori. Si attende di capire se verrà inserita nel Decreto lavoro.
Seconda misura importante sono le regole di detassazione, rivolte ai dipendenti del settore turistico, per il lavoro notturno e festivo. Nonché il riconoscimento di una somma pari al 15% delle retribuzioni lorde erogate per il lavoro straordinario e per quello notturno, come forma di somma a titolo di trattamento integrativo speciale. Con il solo ‘vincolo’ di avere un reddito non superiore a 40mila euro.
Nella manovra finanziaria dovrebbe essere prevista inoltre la detassazione dei premi produttività, portando gli stipendi ad aumentare. E l’istituzione di un bonus da 150-200 euro una tantum, simile a quelli erogati ai tempi del governo Draghi. Resta da capire quali categorie di lavoratori lo riceveranno e quali saranno le soglie di reddito per poterlo ottenere.
Detassazione tredicesima e mancato rinnovo del Ccnl statali
Ancora, si prevede una detassazione della tredicesima, per andare ad aumentare il valore di questa extra mensilità, nonché la conferma del taglio del cuneo fiscale anche per il 2024, per mantenere gli stipendi sui livelli della seconda parte del 2023. L’ultima modifica, questa volta negativa, riguarda invece il possibile mancato rinnovo del Ccnl statali, che richiederebbe almeno 8 miliardi di euro. Al momento queste risorse non sono disponibili e che dovranno essere recuperate con una serie di tagli. Ma le tempistiche sono per ora incerte.