Gianluigi Buffon, uno dei portieri più forti della storia del calcio, ha ammesso di aver fatto un errore imperdonabile.
Ancora una volta Gigi Buffon ha dimostrato di essere una persona sempre in grado di dire le cose in maniera diretta, riuscendo ad arrivare al pubblico con il suo essere sincero. Stavolta ha parlato di un rimpianto legato alla sua vita personale.
Nato a Carrara il 28 gennaio del 1978 è stato in grado di raggiungere dei risultati straordinari. Cresciuto nel Parma, nel 2001 arriva alla Juventus per una cifra superiore ai 100 miliardi delle vecchie lire. A Torino gioca 17 stagioni da grandissimo protagonista e si merita la stima eterna del popolo bianconero accettando di rimanere quando la squadra viene retrocessa in Serie B a margine dello scandalo Calciopoli.
Dopo un anno al Paris Saint German torna a Torino per fare il secondo di Szczesny per due stagioni e chiude la carriera a Parma proprio laddove tutto era iniziato. Anche in Nazionale Supergigi vive tante emozioni arrivando a vincere uno splendido Mondiale da protagonista assoluto, basti ricordare la parata sul colpo di testa di Zinedine Zidane nella finalissima del 2006. Ma di recente ha parlato di un rimpianto che si porta dietro, di cosa si tratta?
Il rimpianto di Gigi Buffon: un grave errore
Gigi Buffon ha ammesso di portarsi dietro un rimpianto legato al suo passato. L’estremo difensore di Carrara ha svelato che se potesse tornare indietro cambierebbe di sicuro una delle sue scelte.
Intervistato dall’Eco di Biella, l’ex estremo difensore della nazionale ha spiegato: “Mi piace pensare che la mia imperfezione dia alle altre persone un’idea di umanità e mi renda vicino alla gente. Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto quando ero giovane. Quello di cui vado meno orgoglioso è l’essermi comprato a 18 anni il diploma. Non lo rifarei perché c’è una nota di scorrettezza e di scorciatoia e io non sono mai stato uno da scorciatoie“.
Gigi ha poi parlato anche del suo ritiro dal calcio giocato: “Ho deciso di smettere nel momento esatto in cui a Cagliari, nello spareggio playoff con il Parma, per la seconda volta in un anno e mezzo avevo sentito stirarsi il polpaccio. Ho detto: la chiudiamo qui. Perché sono infortuni che a una certa età si ripetono nel tempo e questa discontinuità tra gli allenamenti e trovare la routine. Ho sentito che non mi sarei più divertito“.