Materia complessa il bonus per l’assistenza alle persone disabili: ecco tutto quello che c’è da sapere su detrazione deduzione
Assistere i disabili è qualcosa di assolutamente nobilissimo. Sappiate, comunque, che per chi assiste persone la cui disabilità (di varia natura) è sancita dalla legge n.104 del 1992, vi è un bonus. Ecco tutto quello che c’è da sapere e, soprattutto, la differenza tra detrazione e deduzione con i tempi di accredito.
La legge n. 104 del 1992 ha introdotto importanti agevolazioni fiscali per chi fornisce assistenza alle persone con disabilità. Si tratta di uno dei cardini del welfare dello Stato italiano. Preziosissima per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità e handicap.
La legge è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 39 del 17 febbraio 1992, è stata modificata dalla legge 8 marzo 2000, n. 53, dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, dalla legge 4 novembre 2010, n. 183 (art. 24), dal decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito in legge con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 e dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66.
Il bonus per l’assistenza alle persone disabili
Il bonus per l’assistenza alle persone disabili, consta di agevolazioni sotto forma di una detrazione e una deduzione. Con la detrazione e la deduzione, è possibile risparmiare sui costi sostenuti per l’assistenza e ridurre l’imposta dovuta. Nel dettaglio, la legge prevede una detrazione del 19% per le spese sostenute per l’assistenza personale delle persone con disabilità. Chiaramente tale disabilità va certificata da una commissione apposita e deve riguardare una o più patologie che vadano a incidere sull’assenza di autosufficienza della persona malata.
Ovviamente, come in ogni bonus e in ogni passaggio amministrativo, vi sono dei parametri da rispettare. In primis il limite di spesa, con la detrazione calcolabile solo su un importo massimo di 2.100 euro di spese sostenute. Massimo rimborso, quindi, che ammonterebbe a 399 euro. Ovviamente, vi sono dei limiti anche per ciò che concerne il reddito. Il bonus, infatti, è riservato a chi non supera i 40.000 euro annui.
Ancora, tra la documentazione che si deve presentare servono dati anagrafici e codice fiscale di chi presta l’assistenza ai malati e il pagamento dev’essere tracciabile, attraverso sistemi di pagamento certificati. La detrazione può essere richiesta per le spese sostenute per le prestazioni di assistenza, come quelle fornite anche da case di cura, cooperative di servizi o agenzie interinali.
Quanto alla deduzione dal reddito imponibile per i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori versati, da ricordare che la base imponibile può essere ridotta fino a un massimo di 1.549,37 euro, corrispondenti ai contributi versati. Per capirci, un contribuente con un reddito lordo di 30.000 euro che ha versato 3.000 euro di contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari potrà calcolare l’imposta su un reddito imponibile di 28.450,63 euro.