Cosa cambia nel 2024 per chi non riesce a pagare l’affitto? Esiste un nuovo bonus approvato dal Governo: ecco a chi spetta.
Pagare l’affitto diventa sempre più difficoltoso per molte famiglie. Canoni sempre più alti e stipendi più bassi ormai da anni, rendono così complicato riuscire a sopravvivere e a pagare le spese. Così capita che alle tasse, alle bollette della luce, del gas e a tanti altri pagamenti, si aggiunge anche l’affitto di casa, rendendo le cose molto complicate per molte famiglie. Per fortuna il Governo ha stanziato fondi per il bonus affitti nel 2024.
Il bonus affitti è una misura che, per compensare le spese effettuate da un lavoratore, prevede la stipula un accordo per avere un’agevolazione di affitto da parte del datore di lavoro. Dunque, oltre alla retribuzione base, il datore può concedere una somma supplementare, che si chiama bonus affitto casa. Questo prevede l’assegnazione di immobili a uso di servizio o il versamento di un contributo, che è appunto il bonus. Ma quali sono i requisiti per ottenere tale agevolazione?
Ecco come accedere al bonus affitti e quali requisiti avere
Come detto, ci sono aziende con le quali è possibile stipulare accordi che assegnano l’alloggio al lavoratore o garantiscono un contributo per poter prendere casa in affitto. Tuttavia ci sono dei requisiti che il lavoratore deve avere per poter ottenere il bonus affitto e, dunque, avere la possibilità di non dover pagare di tasca propria l’affitto. Ecco quando il lavoratore ne ha diritto.
Molte aziende danno al lavoratore un alloggio oppure direttamente un bonus affitto. Questo avviene quando il lavoratore deve svolgere mansioni fuori dalla propria sede di lavoro. In questo caso l’azienda può mettere a disposizione un immobile di proprietà aziendale o dare un bonus per poter pagare un affitto.
Accade in casi di trasferta temporanea o nel caso il dipendente abbia trasferito la propria residenza per lavorare presso un’altra sede dell’azienda. I canoni di affitto, inclusi quelli di leasing, non sono deducibili se non si tratta di servizi di alloggio per i lavoratori che si trovano in trasferte temporanee.
Spesso in questo caso, se l’azienda mette a disposizione un appartamento, i costi sono deducibili dal reddito aziendale. Se si tratta però di case concesse in uso ai dipendenti, i canoni di affitto e le spese di manutenzione sono deducibili solo fino all’importo del reddito del lavoratore.