Il problema dei contenuti web creati dall’IA sta diventando sempre più invasivo: ora nasce un “passaporto” speciale. Cosa cambierà?
Da quando l’intelligenza artificiale ha cominciato a produrre risultati convincenti sono moltissimi gli utenti web che hanno cominciato ad utilizzarla ampiamente per produrre contenuti di vario tipo.
A oggi tramite l’intelligenza artificiale è possibile creare immagini estremamente realistiche, in grado di replicare un effetto fotografico oppure dare l’illusione che ci si trovi davanti a un dipinto. Lo stesso vale per la produzione di contenuti testuali, che l’intelligenza artificiale è in grado di generare in pochissimi istanti e rispettando con una certa precisione tutte le indicazioni fornite da chi li richiede.
Si possono quindi ottenere testi di vari tipi, di taglio saggistico, umoristico, giornalistico o addirittura poetico. Nella maggior parte dei casi i testi prodotti dall’intelligenza artificiale necessitano di un’accurata revisione di bozze, dal momento che potrebbero presentare imperfezioni grammaticali, lessicali o concettuali.
Di certo, però, costituiscono un’ottima base da cui partire per la produzione del testo definitivo e consentono di ridurre notevolmente i tempi di produzione dei contenuti. Molti utenti però stanno cominciando a sentire la necessità di sapere se quello che stanno leggendo e guardando è stato generato dall’intelligenza artificiale oppure da un essere umano. Si tratta di un bisogno di trasparenza che viene rivendicato soprattutto da quegli utenti attenti a un uso consapevole del web.
Per dare una risposta adeguata a questi nuovi bisogni etici è stata proposta la creazione di un badge da applicare su contenuti non generati tramite IA e quindi prodotti esclusivamente tramite il lavoro umano. Si tratta, almeno per ora, di un badge acquistabile e scaricabile che viene messo a disposizione in varie versioni: per contenuti testuali, per contenuti visivi o per contenuti musicali.
Per quanto si tratti di un’iniziativa interessante, questa sorta di “passaporto” per contenuti web mostra immediatamente alcuni grandi limiti. Innanzitutto il badge può essere acquistato e successivamente applicato su qualsiasi contenuto, quindi anche su quelli prodotti con l’intelligenza artificiale, se il proprietario di un sito web intende semplicemente mentire.
Si tratta quindi di una scelta che si basa esclusivamente sull’etica del proprietario di un sito o di un produttore di contenuti: i produttori del badge, infatti, non assicurano alcun controllo sui contenuti che sono stati identificati con il badge messo a disposizione degli utenti.
Per questo motivo non si capisce nemmeno bene per quale motivo si dovrebbe acquistare il badge in questione invece di usare semplicemente un “bollino” da applicare sui contenuti prodotti da umani presenti su qualunque sito. Di certo il problema ormai esiste e, altrettanto certamente, non si risolverà applicando una manciata di Pixel su un’immagine.
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