Dichiarazione dei redditi, in arrivo migliaia di comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Riscontrate moltissime anomalie.
Migliaia di contribuenti stanno ricevendo in questi giorni numerosissime lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate. Queste comunicazioni sono avvisi bonari che il Fisco invia ai contribuenti in situazioni da chiarire e che devono trovare soluzione in maniera rapida. Si parla dunque di avvisi importanti da non ignorare.
Gli avvisi bonari sono comunicazione spedite dal Fisco quando emergono delle situazioni anomale dal controllo dei dati inviati dai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dei dati in possesso dell’Agenzia stessa. In genere avvengono per posta ordinaria, o via PEC se presente nel fascicolo del cittadino. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.
Agenzia delle Entrate, quali sono le motivazioni di questi avvisi bonari
Le lettere di compliance inviate in questi giorni riguardano le dichiarazioni dei redditi relative all’anno di imposta 2020. I controlli automatici delle dichiarazioni si concentrano sulle detrazioni e deduzioni comunicate e su errori di calcolo. Se emergono una maggiore imposta da versare o delle detrazioni o deduzioni minori di quelle comunicate, il Fisco invia queste lettere ai contribuenti.
L’Agenzia delle Entrate sta richiedendo delucidazioni su redditi da lavoro dipendente e assimilati, su lavoro autonomo e su redditi da contratti di locazione non dichiarati. Gli avvisi bonari contengono l’invito all’auto-correzione attraverso la presentazione di una dichiarazione integrativa e pagando le maggiori imposte con una sanzione limitata.
Il Fisco in numerosi casi invita il contribuente a regolarizzare la sua posizione con l’invio della dichiarazione correttiva o integrativa e mette a disposizione un modello precompilato da sfruttare per l’occasione. Purtroppo in questa tornata di avvisi bonari, non sempre è indicata con chiarezza l’esatta incongruenza emersa dai riscontri.
Le anomalie sono descritte in modo generico e gli avvisi comunicano solo l’importo da versare con la dichiarazione integrativa da pagare comprese delle sanzioni ridotte. Queste sono pari al 15% dell’imposta dovuta in più, mentre arrivano al 30% in caso di redditi da locazioni in regime di cedolare secca solo in parte dichiarati (il 40% in caso di redditi totalmente non dichiarati).
Negli avvisi c’è un’indicazione abbastanza generica della somma da integrare. Infatti le informazioni dettagliate si trovano nella sezione “l’Agenzia scrive” del cassetto fiscale del contribuente sul sito del Fisco con la versione integrale dell’atto nei confronti del contribuente. A a questo punto per i cittadini che hanno ricevuto la lettera di compliance si aprono diverse strade.
Saldare quanto comunicato o chiedere una rettifica dei dati posseduti dall’Agenzia, chiarendo la posizione con l’invio di documenti a sostegno della rettifica. Per far questo può sfruttare il canale telematico CIVIS o recarsi presso gli uffici territoriali dell’Agenzia.